“Madhobi firma il contratto di matrimonio con la madre e la sorella Korobi”. Centocelle Baitussalam Jame Mosque. ROMA – 21 Settembre 2020 |
Ma non per questo ha meno interesse, perché ha ben due sfumature che lo rendono ai miei occhi eccezionale.
Ma andiamo per ordine.
“Madhobi arriva in moschea con la famiglia” |
Anche questo è stato un matrimonio musulmano.
Come abbiamo visto il nikah è l'ufficializzazione in presenza dell'imam
e dei testimoni del patto concordato tra le famiglie.
Infatti si è svolto nella moschea, con tutte le donne e la sposa celate
da una cortina nella parte femminile, e gli uomini con l'imam nella parte dove
si prega.
I due sposi hanno dovuto confermare la loro intenzione al matrimonio,
recitare la shahada, che è la confessione alla fede islamica, e ricevere
la benedizione dell’imam.
I documenti sono stati firmati da entrambi, in una staffetta tra la
parte delle donne e quella degli uomini.
Lo sposo ha confermato la sua intenzione con un Alhamdulillah
(“grazie a Dio”) davanti all'imam, mentre la sposa ha dovuto ripetere per tre
volte la parola “Kobul” (“Io accetto”) davanti ad un testimone maschile,
per poi esplodere in un pianto liberatorio di gioia.
Al rito è seguito il pranzo ed uno shooting fotografico per immortalare
questo momento indimenticabile.
Ma perché è stato un matrimonio particolare?
Il primo motivo è affettivo.
La sposa si chiama Madhobi, o Tasaffa (il suo vero nome), ed è una ragazza
di 29 anni del Bangladesh. Bene, lei con sua sorella Korobi sono state forse le
prime ragazze bangladesi che ho fotografato a Roma, nel lontano 2006, ossia ben
4 anni prima di iniziare “ufficialmente” la mia carriera di fotografo – è
sempre difficile stabilire un inizio di qualcosa così indefinito come una
passione che diventa lavoro, ma io ho sempre segnato come data “storica” il
2009 in cui ho iniziato a fotografare il Capodanno bangladese.
Loro erano, all'epoca, le due danzatrici tradizionali più famose a
Roma, se non in Italia, istruite dalla madre che fu da giovane un'esperta
danzatrice.
Madhobi aveva 15 anni e la sorella solo 12.
Poi negli ultimi anni ci siamo persi di vista, la sua famiglia è andata
a vivere a Londra nel 2014, così come la sorella che si è sposata nel 2019,
mentre io vivevo in Malesia.
La nostra amicizia non si è però mai affievolita, e noi ricordiamo
sempre con piacere quei primi anni. Sono stato immensamente felice di rivedere
anche “ammu” (“mamma”) Naznin e suo marito, scesi a Roma per il matrimonio.
Fotografare i matrimoni, se non è necessariamente un lavoro, è una profonda gioia, perché si è partecipi di una delle felicità più grandi per una persona, paragonabile forse solo alla nascita di un figlio.
Vedere le lacrime di Madhobi, e di sua madre, è stato come un fiume
luminoso che parte della sue gote per arrivare alle gocce di sudore sulla
fronte nelle loro prime danze.
Dolcissimo.
Il secondo motivo è relativo allo sposo, Haroon, che non conoscevo.
Appena l'ho visto in moschea ho pensato subito che non fosse
bangladese, ma pakistano, per gli abiti e i tratti somatici.
E così mi ha confermato, anche se ha precisato che è nato e cresciuto
in Libia, da genitori pakistani, per poi essere arrivato in Italia ben dieci anni
fa dove lavora, adesso, come traduttore nei tribunali e nelle questure.
Bene, in più di dieci anni, io non ho mai saputo di matrimoni tra sposi
del Bangladesh e del Pakistan (e non poco era lo stupore tra gli amici
bangladesi a cui raccontavo di questo matrimonio).
Per chi non conoscesse la storia, questi due paesi sono stati in
contrasto e in odio fino alla guerra di liberazione del 1971, quando il
Bangladesh si è distaccato dal Pakistan Occidentale, diventando nazione
autonoma.
Una guerra sanguinosa, con terribili crimini, che è difficile
dimenticare.
Saint Giovanni |
Ma non è questo il momento di parlarne.
Perché questa è una storia di amore.
Di un uomo che vede una bellissima donna in abiti tradizionali danzare
in una festa a Largo Preneste, due anni fa.
Lui riprende un video della sua danza, la cerca e la trova sui social
network e le spedisce quel video.
Da quel momento hanno iniziato a conoscersi ed è sbocciato l'amore fino
ad oggi, in cui hanno deciso di appartenere uno all'altro, con la promessa che
sia per sempre.
Dimostrando che la storia delle nazioni, il loro sangue e le loro ferite,
sono una cosa.
La vita dei singoli, le loro emozioni e i sogni, sono un'altra cosa.
Tanti auguri Madhobi – per me sempre questo sarà il tuo nome.
Almeno ti ho visto quasi danzare, per le fotografie, un'ultima volta,
sotto la pioggia di Roma.
Saint Giovanni. ROMA – 21 Settembre 2020 |
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Bellissimo!
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