Tasnuva E Tahera: Storia di Due Fiori

“La ferita è il luogo in cui la Luce entra in te.” (Rumi)

 

Karjon HallOld DhakaBANGLADESH – 24 Febbraio 2020


Mi chiamo Tasnuva e ho 10 anni, sono nata nel distretto di Mirpur, un quartiere molto popolato di Dhaka.

La mia è una famiglia numerosa e viviamo tutti ina una piccola casa; io dormo con le mie due sorelline Tahera e Nipa in un letto.

Tahera ha 9 anni e con lei andiamo quasi ogni giorno a vendere rose a Karjon Hall, dalla mattina fino al tardo pomeriggio.

Tutte e due andiamo in rickshaw; mamma ci dà i soldi per andare e tornare.

Per mangiare dobbiamo usare i soldi delle rose che vendiamo, ma quelli servono perciò mangiamo molto poco e siamo magre come i gambi delle rose che vendiamo. Perciò ci piace indossare vestiti rossi o rosa, così – scherzando – diciamo che le persone non capiscono la differenza tra noi e i fiori. Un giorno quella strampalata di Tahera mi ha detto che dovremmo colorarci la pelle delle gambe e delle braccia di verde così saremmo proprio come due rose.

Pagol!”* le ho risposto, e giù a ridere fino alle lacrime.

 

Distretto di Mirpur la seraBANGLADESH – 20 Febbraio 2020


Noi ci facciamo forza a vicenda, perché è dura camminare sempre, provare a convincere gli innamorati a comprare le nostre rose.

Eta keno! Eta keno!”*

Ma il più delle volte ci mandano via come mosche su jilipi.*

Ogni tanto ci sfidiamo, chi riesce a vendere più rose in mezza giornata.

Io anche rubato un rossetto in un supermercato, un giorno, e mi sono dipinta le labbra rosse come fragole.

 

Ma non ha funzionato...

 

Mia sorella mi ha preso in giro e detto brutte parole.

 

Sì, noi ci facciamo forza, ogni tanto ci sediamo sull'erba e ci raccontiamo storie, ci piacciono le fiabe, e mia sorella mi chiede sempre di raccontarle quella del capretto furbo che ingannò la volpe e la tigre, ci piace tanto quella perché anche se il capretto è piccolo riesce a prendere in giro una tigre grande e una volpe. 

Poi guardiamo le persone sedute, i turisti, e immaginiamo come sarebbe la nostra vita se fossimo figlie loro, oppure loro sorelline. Di certo non dovremmo vendere rose ogni giorno e soffrire la fame, avremmo più vestiti e sandali nuovi. A volte, andiamo direttamente scalze così risparmiamo le suole delle scarpe per andare a scuola – quando ci andiamo – ché mamma si vergogna di noi...

 

Certo, i soldi sono pochi e dobbiamo darli la sera al nostro capo. Ci restano pochi taka*, se vendiamo tutte le rose (quasi mai), se non vendiamo niente ci prende a calci e tante brutte parole.

 

Ogni volta che fermo qualcuno per vendere le mie belle rose dal lungo gambo vorrei raccontargli tutte queste cose, magari mi comprendono e alla fine una rosa la comprano. Mia sorella è molto più dura di me, mi ripete sempre che alla gente non gli importa niente di noi. Che siamo solo mosche vestite di rosso.

Che la vita fa schifo. Che è facile togliere le spine dal gambo per non far ferire chi le compra, ma tanto siamo noi due che ci tocca subire le spine.

 

Io non lo so, mi piace vedere le persone che si abbracciano, sorridono, si fanno le fotografie.

Anche se le guardo con le lacrime agli occhi, perché nostro padre non ci sorride mai; mamma dice che è sempre stanco. Bah!

Io voglio ancora credere che a qualcuno può interessare di me e Tahera.

Mica siamo mosche per davvero!

Siamo solo due bambine.

E poi ogni tanto, quando compra i fiori, qualcuno ci fa anche una carezza e ci sorride.

Bisogna sempre sperare, ci ha detto un giorno la maestra a scuola.

 

Io non so bene a che devo sperare.

Ogni mattina mi alzo e spero che non piova e che la sera il capo non ci prenda a calci.

Per il resto io voglio continuare a sorridere.

Come dico sempre a Tahera, se sei sempre arrabbiata diventerai ancora più magra e brutta e nessuno ti comprerà i fiori.

Meglio per me!

Così io ne venderò di più, perché il mio sorriso è il fiore più bello

 

Thik ache?*

 

Karjon HallOld DhakaBANGLADESH – 24 Febbraio 2020


* “Pagol!” Sei proprio pazza!

* “Eta keno!” Compra!

* Jilipi: tipico dolce bangladese (e del Subcontinente indiano, fatti di pastella fritta in forma circolare)

* Taka: la moneta del Bangladesh

* “Thik ache?” Sei d'accordo?

 

Amrita Chaudhuri: “Fiabe bengalesi” (Promosaik, 2018)

Rabindranath Tagore: “I misteri del Bengala – Storie e racconti di fantasmi” (Donzelli Editore, 2006)

 


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