La Voce Dei Colori – Parte Prima

“Il colore è la mia ossessione, gioia e tormento per tutto il giorno.”
(Claude Monet)

Mark Rothko
Mark Rothko
 

I colori sono la nostra percezione del mondo, non solo a livello visivo ma anche emotivo.

Ognuno di noi è legato affettivamente a determinati colori più di altri.

I colori possono essere elementi fondamentali delle nostre storie personali.

Paure irrazionali o dolci ricordi.

Per esempio, tra i miei colori preferiti c'è il verde ed è legato alla mia esperienza di dolore e rinascita. Verdi furono le foglie dell'albero sopra la mia testa, quando fui in grado di uscire un poco con la mia famiglia e i miei amici superata l'operazione per la rimozione del tumore, nel parco dell'ospedale. Era la prima volta che mettevo piede, meglio dire la sedia a rotelle, dopo dieci ore di operazione, una settimana di riabilitazione del corpo, e l'ipotesi di un non risveglio: ricordo che annusai l'aria, piegai indietro il capo e vidi sopra di me le nuvole scivolare lente nel cielo blu e tutte le foglie – una ad una, con le loro diverse forme – dell'albero sopra la panchina dove eravamo. Quel verde non mi fu mai sembrato più verde, come smeraldo ricamo del blu del cielo.

Blu e verde sono i miei due colori preferiti.

 

Ovviamente l'interpretazione e la simbologia dietro i colori non è uguale per tutti, ogni cultura ha la sua personale lettura, in accordo con tradizione, religione e anima di quei popoli.

Il viaggio nei colori è sempre affascinante, e non lo dico solo da fotografo.

Anche se poi è inquietante che, a livello fisico, “il colore che percepiamo associato a un oggetto è proprio il colore che a quell'oggetto manca, il segmento dello spettro elettromagnetico che viene respinto”, come scrive Kassia St Clair nell'introduzione al suo interessantissimo libro “Atlante sentimentale dei colori”, che è un viaggio a ritroso sulla creazione, l'uso e il significato dei colori e le loro sfumature, nel mondo.

 

I colori non sono altro che frequenze elettromagnetiche che colpiscono la retina. Isaac Newton (1643-1727) fu il primo ricercatore a dimostrare che la luce bianca è composta dalla somma delle frequenze di tutti gli altri colori e fu lui ad introdurre il termine spettro. I colori fondamentali  furono da Newton classificati come sette (rosso, arancione, giallo, verde, blu, indaco, viola) per concordanza con le 7 note musicali, i 7 giorni della settimana e i 7 pianeti allora conosciuti in astrologia.

Ma questa è la parte tediosa. Io e la fisica non siamo mai andati troppo d'accordo.

Più interessante è vedere come vengono interpretati, a livello psicologico, i colori nella nostra cultura occidentale, per confrontarla poi con quella del mondo asiatico.

 

“Mandrill”. Franza Marc, 1913
“Mandrill”Franza Marc, 1913


Proprio il Verde è il colore della natura, della crescita, del nutrimento, del rinnovamento e della speranza. Trasmette un senso di armonia, consentendo di ritrovare l'equilibrio ed un senso di benessere e pienezza.

In generale il verde rappresenta le forze vitali, la salute ed il rinnovamento creativo; mentre il verde chiaro suggerisce  una nota di speranza, quello scuro la maturità spirituale. È un colore che pacifica, non a caso è il colore spesso usato nelle pareti delle classi scolastiche e delle stanze di ospedale.

In latino verde si diceva virdis, parola che appartiene alla famiglia dei lemmi con cui si indica la vita (vivere), la forza (vis), l'uomo (vir).

Nell'Islam divenne il colore più importante, a partire dal XII secolo, perché insieme al bianco era il colore preferito del Profeta, il cielo stesso sopra al Monte Qaf è verde. Non a caso il verde compare nelle bandiere del Bangladesh, Pakistan, Arabia Saudita e Iran.

Infatti, ai tempi delle Crociate il verde fu associato al diavolo, proprio perché era il colore sacro dei musulmani.

 

Il Blu invece è un colore davvero speciale, perché, come racconta sempre la St Clair nel suo libro, nel 1923 il genetista americano Clyde Keeler  scoprì, facendo esperimenti sui topi ciechi, che la luce blu era l'unica percepita dai topi; non solo dai mammiferi, ma anche i non vedenti, hanno un recettore speciale che consente loro di percepire solo la luce blu. È grazie a questa luce che noi regoliamo il nostro orologio interiore per il sonno.

Anche se nel passato il blu fu poco considerato, se non associato al lutto e alla sfortuna nell'antica Roma. Fu solo nel XII secolo, in pieno stile gotico, che il blu iniziò ad essere associato all'emanazione divina; non a caso è dello stesso periodo l'iconografia della Vergine Maria vestita di blu.

Il blu è, ad oggi, un colore che inspira pace, rilassamento, leggerezza e contemplazione. L'azzurro turchese indica sensibilità e finezza. Il blu rappresenta, quindi, una dimensione spirituale (celeste, appunto) ed essendo un colore freddo richiama la distanza, il riposo e l'intelletto.

 

Il Rosso è uno dei colori più studiati dagli psicologi, poiché i suoi effetti sulle psiche umana (e non solo sui tori) sono supportati da prove.

Il rosso è il colore della vitalità , dell'energia, del calore, del dinamismo, della passione. Può trasmettere energia e coraggio, ma in eccesso genera ansia ed agitazione. Può essere sorgente di vitalità oppure può bruciare troppo e distruggere – come il fuoco; indica comunque una mancanza di distanza nelle cose. Il rosso carico è, invece, simbolo di aggressività e rabbia. È un colore che aumenta lo stress e il nervosismo, ma nello stesso tempo amplifica la forza fisica, come dimostrarono i lottatori che indossavano una tuta rossa durante le Olimpiadi di Atene del 2004: vincevano il 55 per cento delle volte.

A proposito, la storia dei tori è fasulla, il toro è daltonico, e carica il matador per lo sventolio della mantella non per il suo colore, mentre i macachi e i mandrilli, loro sì, usano le loro parti rosse dei genitali per segnalare la loro eccitazione e aggressività.

È sempre stato un colore associato al potere, dagli antichi egizi ai generali dell'Impero Romano. Ma anche alla lussuria e al peccato, come il diavolo raffigurato in rosso, o i vari “Red-Light” district ad Amsterdam o nei vari quartieri delle città nel mondo dove si esercita la prostituzione.

Emblematico l'uso del rosso nel pittore Rothko, l'artista che soffriva di una forte depressione e usava i colori come terapia, per il quale il rosso era “il fuoco e il sangue”.

 

Il Giallo è un colore non semplice da definire. È un colore che ispira libertà, liberazione, leggerezza, luce ed intuizione; dona chiarezza mentale ed un senso di appropriatezza. La sfumatura giallo paglierino è collegata alla fecondazione e fertilità, il giallo limone alla gioventù e alla nozione di acidità. Il giallo oro è sintomo di tutte le ricchezze. Alcune tonalità del giallo sono il riflesso di una certa asprezza e risentimento. In negativo può significare anche cecità, gelosia e tirannia. Spesso, in psicologia, è associato alla follia, per i suoi toni accesi e brucianti come il sole: celebre è l'uso dei gialli di Van Gogh nei suoi dipinti, indicativo del suo stato mentale.

Non è così intuitivo, come per il rosso, che il giallo fu a lungo un colore “scabroso”, in Francia, a metà Ottocento, la letteratura scandalistica era riconoscibile per i libri dalle copertine gialle. Questi libri, e i loro colore associato, divennero il simbolo di rivolta ai valori perbenisti vittoriani – Oscar Wilde amava vestire di giallo per provocazione, e un “libro giallo” è quello che rende consapevole dei peccati del mondo il suo famoso Dorian Grey.

Da allora il giallo ha assunto significati di perversione e contagio, non pochi sono i termini in Occidente legati a questo colore in modo negativo: dalla “febbre gialla” ed altre malattie, come l'itterizia, al “pericolo giallo” (l'invasione dei migranti dall'Asia in Europa e America nei primi del Novecento), fino al colore della stella usata dai nazisti come stigma sulle divise degli ebrei nei campi di concentramento.

D'altro canto è il colore dell'oro, e in questo senso ha un valore simbolico positivo: “età dell'oro”, “sogni d'oro”, “una ragazza d'oro” fino al “mattino ha l'oro in bocca”.

 

Il Marrone è uno dei due colori, con il grigio, che proprio non amo. A livello psicologico favorisce una sensazione di solidità, di valore e di rendimento sul piano pratico. Permette una forte connessione alla terra ed al proprio radicamento. Il marrone è, infatti, il colore della terra e della materia. In negativo può rappresentare la passività e la pigrizia. Il marrone è un'immagine di sicurezza, di realizzazione materiale e concreta. Il marrone scuro rappresenta la forza della tradizione. Alcuni toni di marrone, però, simboleggiano la cattiveria, l'egoismo e l'avarizia. 

È stato il primo colore usato dall'uomo, sin dalla creazione biblica dell'uomo dal fango.

“Il marrone sarà pure il colore del terreno fertile da cui ricaviamo il cibo, ma non gli dimostriamo mai la nostra gratitudine. D'altra parte non ricorda solo la terra a cui torneremo un giorno, ma è anche il colore del fango, della sporcizia, dei rifiuti e della merda”, come scrive nel suo libro la studiosa inglese.

E, soprattutto, non è un colore in sé, ma una sfumatura di colore, non è nell'arcobaleno. Però, essendo tratto dalla terra, fu il colore più usato in pittura agli inizi.  

 

Veniamo agli ultimi due colori, che sono i due poli che tutto racchiudono: il bianco e il nero.

Il Bianco (unione di tutti i colori) è simbolo di completezza, purezza, coscienza e verità. Rappresenta la castità, l'innocenza e l'infanzia, ma anche la saggezza della vecchiaia e la fine della vita. Il bianco simboleggia l'universo delle virtù e la presa di coscienza.

Il bianco, nei secoli, è un colore che affascina e spaventa, perché considerato divino. La balena bianca Moby Dick di Melville ne è stato un potente esempio in letteratura.

Anche a livello pittorico è difficile da ottenere, perché non agisce come a livello ottico, non è la somma di tutti i colori, ma bisogna partire da un pigmento bianco speciale, e ogni piccola aggiunta errata lo trasforma in nero. I pittori del passato avevano a disposizione la biacca, il pigmento bianco usato anche dalle dame nobili per schiarire la pelle.

È il colore della purezza e santità, come la colomba bianca nella simbologia cristiana, e gli abiti indossati da Gesù bambino.

In architettura si è sempre usato il bianco come simbolo estetico di eleganza, ispirandosi agli antichi monumenti greci e romani sinonimo di perfezione architettonica.

Personalmente, io dubito del bianco, credo anche io che sia un colore subdolo, che ama apparire bonario e santo, ma che nasconde trabocchetti perfidi. Se devo associarlo ad istinto mi viene da pensare alle stanze bianche imbottite dei manicomi, per sedare la mente dei folli, o – dramma dei drammi per ogni scrittore – al blocco della “pagina bianca”, che è sì affascinante quando si inizia a scrivere perché apre ogni possibilità ma che diventa un cappio al collo quando nessuna parola sorge in noi, e i nostri occhi rimangono a lungo a fissare quella pagina come fosse un abisso.

Poi, io associo in modo troppo doloroso, il bianco al colore dei camici e uniformi di dottori e infermiere negli ospedali. Mia madre, da bambino, mi obbligava ad indossare sempre una maglietta bianca candida e nuova, sotto i vestiti ad ogni visita medica al cuore.

I colori, come ogni elemento della nostra vita (profumi, canzoni, suoni, gesti) rimangono associati nel nostro inconscio a determinati momenti dell'esistenza. Io ho sempre odiato quella pratica falsa e soffocante di indossare il bianco come simbolo di pulizia ed educazione, perciò appena cresciuto, fino ad adesso, io indosso solo esclusivamente magliette nere sotto gli abiti, quando esco.

 

Il Nero. L'assenza di tutti i colori, è simbolo di interiorità, centratura e anche di aspetti nascosti dell'essere e di forze sotterranee. Gli si attribuiscono, infatti, le nozioni del nulla e dell'inconscio. Può essere simbolo di morte e di pace come cessazione di stimoli. Permette di proiettarsi nella totalità dell'i manifesto che attende di nascere; rappresenta il magma originale sorgente di tutte le potenzialità e luogo di rinascita. Può significare anche la fine dei tempi, la morte e la disgregazione. Alcuni tipi di nero possono essere immagini di rinuncia, di rivolta o di violenza.

“Il nero è sia il colore dell'eleganza sia quello del lutto, e nel corso della storia si è fatto portatore dei significati più disparati: dalla fertilità all'erudizione, alla pietà. Con il nero, le cose sono sempre complicate”, scrive la St Clair.

Se a livello pittorico è la somma di tutti i colori, a livello ottico è l'assenza di luce. Questo lo ha portato nella storia ad essere associato a tutto ciò che è morte, occulto, mistero e male: dal dio egizio Anubi a Kali.

È il colore della stregoneria.

Ma è anche quella della notte, e io non credo che sia solamente un colore da associare a tutto ciò che c'è di negativo nella realtà. Io ripeto spesso  come la fotografia mi abbia insegnato un principio basilare, che da Daguerre arriva fino a Gibran: se vuoi vedere la luce devi attraversare l'oscurità. Le stellle brillano sopra le nostre teste e nei nostri sogni perché c'è il fondo nero della notte, così come le piccole luci delle candele possono danzare grazie all'oscurità.

Pensiamoci bene, il nero è la nostra ombra, ma è la sua assenza che rende diabolico il nostro corpo. Al nero viene da sempre assegnato il difficle e oneroso compito di essere l'alter-ego della luce, con tutte le sue simbologie, ma senza di esso non esisterebbe nessuna luce, come è perfettamente racchiuso in modo denfinitivo nel Tao zen.

 

Ma questo apre un altro capitolo, che vedremo la prossima volta.

Per adesso ci fermiamo alla metà occidentale del pianeta.

Nella seconda parte vedremo i significati dei colori in Asia e la teoria dei “navarasa”.

 

“The Turning Road. L'estaque”, 1906. André Derain
“The Turning Road. L'estaque”, 1906. André Derain




Kassia St Clair: “Atlante sentimentale dei colori – Da amaranto a zafferano, 75 storie straordinarie” (UTET, 2018)

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