Imparare A Volare: “My Malaysia” Photo Series (4)

“Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola.” (Richard Bach, “Il gabbiano Jonathan Livingston”)

Chew Jetty. George Town. Penang, 22 Maggio 2019

La Malesia mi ha fatto un dono: una nuova lente. La casa editrice dell'Università per cui lavoravo ha comprato per me, per realizzare il libro fotografico, la lente 10mm: un grandangolo spinto.

In tanti anni in Indonesia ho visto paesaggi splendidi, così come anche in Italia, come vi ho mostrato (qui e qui), ma io ho sempre avuto un forte interesse per le persone, perciò anche se fotografavo paesaggi, era un requisito essenziale che ci fosse almeno una persona.

Gli esseri umani sono più importanti dei luoghi. È sempre stato così. Ma le cose cambiano, le persone cambiano. Anche io. Ma, soprattutto, cambia il nostro modo da vedere. Per due motivi.

Il primo è relativo alle lenti che vengono usate; per questo motivo, nei corsi base di fotografia, si dice sempre di aspettare a comprare gli obiettivi, perché ogni stile fotografico ha il suo specifico, perciò è importante sapere prima cosa ci piace e poi si compra la lente.

Il secondo motivo nasce da noi, da quello che abbiamo dentro e proviamo.

Tasik Cermin (Mirror Lake). Ipoh. Perak, 24 Febbraio 2019

Perak River. Karai. Perak, 15 Agosto 2019

La Malesia per me è stata un'esperienza splendida e mi manca ogni giorno, ma non è stata sempre rose e fiori: ci sono stati momenti molto difficili, di forte tensione e stress. E non sono state poche le volte che ho pensato di mollare, di andare via.

Ma io non sono un tipo che si arrende facilmente. Inoltre, anche se ero circondato da persone che mi volevano bene, ero solo. Con tutta la tensione che premeva per esplodere dentro di me. Ed è allora che ho iniziato a sentire un piacere che non avevo mai provato prima: quello di volare.

Cercavo i paesaggi più belli, estesi, senza confini, difficile da capire chi vive nelle nostre città soffocate dai palazzi. Le spiagge, le onde, di bibir laut, come si dice in modo molto poetico in lingua malesiana, ovvero alle labbra del mare.

Kampung Salam Rakit, Ulu Tiram. Johor, 26 Maggio 2019

Masjid Terapung. Tanjung Bunga. Penang, 31 Agosto 2019

Kampung Kuala Pahang. Pekan, Kuantan. Pahang, 22 Settembre 2018

Ma soprattutto i cieli. Fin dalla classica interpretazione dei sogni volare significa abbandonare ogni problema a terra, come una zavorra, per perdersi nel cielo.

Così era per me; quando ero davanti a questi capolavori della natura mi bastava cambiare l'obiettivo della macchina fotografica, con un gesto che acquistava una dimensione quasi magica, montare il 10mm, premere l'occhio nel mirino (un gesto di cui non si sottolinea mai abbastanza l'importanza quando si paragona la fotografia con la fotocamera e lo smartphone) e puntare il cielo. E poi aprire al massimo l'obiettivo, cercando di far entrare il cielo nei suoi confini.

Come se, estrema illusione fanciullesca, il corpo potesse passare dalla lente ed essere catapultato in cielo, perdendosi tra le nuvole; e se questo non fosse possibile che almeno tutte le nostre tensioni, le paure, la rabbia e

la tristezza potessero trasformarsi in uccelli in volo verso quelle nuvole.

Kurau River, Kuala Kurau. Perak, 8 Giugno 2019

Kurau River. Kuala Kurau. Perak, 8 Giugno 2019

Lo so che può sembrare stupido e infantile, che alla fine sono solamente bei paesaggi, cartoline di una Malesia meravigliosa, ma sono stati anche qualcosa di più per me. Sono stati la fuga.

Penang, 15 Agosto 2019

Penang, 1 Settembre 2019

Gelugor. Penang, 19 Ottobre 2019

Per la prima volta io volevo solo quello, nessuna persona. Perché quando sono proprio le persone che ci feriscono e ci fanno soffrire, allora è meglio abbandonarsi alla bellezza della natura che tutto cura. E volare come il gabbiano Jonathan Livingston.