Roma Gang at Hard Rock Cafe. Roma, 17 febbraio 2022 |
Ho già scritto di Roma Gang, un collettivo o, come lo chiama Tahjack
Tikaz, un “movimento”, fondato a Piazza Venezia nel 2019
per mettere insieme le forze di diversi rapper e crew filippini a Roma. Partiti
in pochi sono cresciuti fino ad arrivare a circa quaranta artisti attivi, tra
cui anche video-maker, breakers e tatuatori.
L'occasione fu la realizzazione del video musicale, il 19 settembre al
Ponte della Musica, per la canzone “Tena”, che non è altro che il cognome di
Tahjack e di suo fratello Cripsztah (Crips) di due anni più giovane di Tahjack,
classe 1992, che rappa insieme a lui.
Prima c'era stato il grande evento “Derby – Roma Gang” ad agosto del
2021.
Altro momento molto importante per loro fu l'incontro, nell'ottobre del
2021, con uno dei personaggi storici dell'Hip Hop italiano, Amir Issa, nella
sua Torpignattara.
Per i membri storici come Dabstyle e Tahjack poter incontrare e avere
il supporto di un mito come Amir fu una grande emozione. Lo stesso Amir, su mia
segnalazione, fu molto interessato a conoscere questa realtà hip hop filippina,
e fu ospite d'onore in una delle loro serate live.
Però, di certo non mi sarei mai aspettato di vedere il loro nome
pubblicizzato tra gli eventi live dell'Hard Rock Cafe Rome: il Tempio del Rock
nel Cuore di Roma, come recita il loro logo.
Invece si sono veramente esibiti in uno dei giovedì live dello storico
locale su Via Veneto, il 17 febbraio.
Reanna, Jerdine, Rdio, Allen, Gianmarco, Cheskah e Dabstyle, si sono
alternati cantando cover famose in inglese e rappando i loro brani originali in
italiano e tagalog, presentati da Stefano Baltazar.
Sotto lo sguardo emozionato di
Tahjack, che però non si è esibito.
Allora, alla fine del concerto ci siamo trovati noi due, fuori dal
locale, e gli ho chiesto come mai non avesse cantato e come aveva fatto ad
arrivare all'Hard Rock Cafe.
Pure lui fu stupito: “Era la sera del 24 dicembre dell'anno scorso
quando ricevo una telefonata con la quale mi invitavano al locale per parlare
di un concerto.” Mi dice con un sottointeso di miracolo di Natale, sapendo
quanto è religioso Tahjack.
Sul fatto che non si è esibito me lo dice molto chiaramente. Vale lo
stesso motivo del suo impegno a riunire questa grande famiglia di rapper, o a
condividere un brano con suo fratello: il senso di appartenenza e amore per
ognuno di loro.
Tahjack che gioca a fare il duro ma ha un cuore grande, porta sempre con sé un senso di riconoscenza per quello che ha avuto in passato, le esibizioni come unico rapper sul palco della festa dell'Indipendenza delle Filippine davanti a centinaia di persone, oltre dieci anni fa. Un debito che ora paga spingendo il più possibile la scena filippina romana ad emergere e scalare le vette del successo.
Però la curiosità mi rimane. Come sono arrivati a lui?
Questo riesco a saperlo grazie allo staff del Cafe, che mi spiega tutto
per telefono.
E questa storia lascerà Tahjack ancora più a bocca aperta.
Tutto nasce da un senso di riconoscimento che il locale nutre per la
comunità filippina, che è sempre rimasta legata al Cafe anche durante i periodo
difficili della pandemia e dei lockdown, quando decine e decine di locali
chiudevano o rimanevano deserti. Per fortuna – aggiungo io – l'Hard Rock Cafe
può contare su un nome che copre le spalle anche in periodi di crisi, tuttavia
rimane l'affetto per i filippini che ogni giovedì e nei fine settimana
affollano il locale. Perciò è iniziata una ricerca di una scena hip hop
filippina a Roma, visto che il ristorante-museo di Via Veneto già ospita
esibizioni dei nuovi rapper romani. Grazie ad uno dei camerieri filippini che
ha segnalato il nome di Tahjack, c'è stata la famosa telefonata la vigilia di
Natale per fissare un appuntamento e concordare la serata. A gennaio Tahjack,
Stefano e Dabstyle hanno incontrato lo staff che organizza la programmazione
live fissando una data a gennaio. Poi, causa covid, è stata spostata alla sera
scorsa.
C'è però un ultimo passaggio, che mi riguarda anche.
Dopo questo primo incontro, all’Hard Rock Cafe hanno iniziato a cercare informazioni su Tahjack
e sui Roma Gang, e mi hanno detto che trovarono proprio il mio articolo su
Frontiere News, nel marzo del 2013: la mia intervista a Tahjack che raccontava
quel mondo nascosto della comunità filippina.
Questo mi ha fatto veramente piacere.
Vedere i loro occhi luminosi, l'ansia e l'eccitazione prima di iniziare
ad esibirsi, firmare le liberatorie come se stessero siglando un contratto
milionario con una major, vedere lo sguardo commosso di Tahjack, e sapere che
in piccolissima parte vi è entrato in mezzo anche un mio articolo, mi regala un
bel sorriso.
Sperando che le cose per loro continuino a virare per la giusta
direzione, e anche un sincero apprezzamento per una direzione marketing del
locale che guarda anche al cuore della sua clientela e trova ottime vie per
ricompensarla per l'affetto e la fedeltà.
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