Kuala Muda, Penang, 4 Maggio 2019 |
Io inizio sempre dalle persone.
Per me i luoghi sono, innanzitutto, le
persone che incontro. Ho imparato più dagli incontri che ho avuto che dai libri
che ho letto.
Perciò la prima fotografia di questa serie
riguarda il popolo malesiano. Chi è il malesiano? Orang Melayu.
Bella domanda. Beh, leviamo subito ogni dubbio: è impossibile rispondere in modo chiaro a questa domanda.
Fin dalla prima volta che ho visitato la
Malesia ho capito che non sarebbe stato facile venirne a capo. La seconda
volta, per un mese, a zonzo per le varie regioni a fare workshop ho avuto le
idee un po' più chiare. Ma è da quando che ho portato le mie valigie e sono
uscito per le vie di Penang, la mia città, che ho avuto la conferma: non è
possibile nessuna categoria rigida per definire il popolo malesiano.
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Certo, ci sono le definizioni che puoi
trovare nei libri.
Prima ancora di viaggiare in Malesia, ebbi
il piacere di intervistare la scrittrice di Singapore Hidayah Amin, la quale ha
scritto un libro molto divertente ed utile sulla cultura malesiana, Malay Weddings
Don't Cost $50 and Other Facts about Malay Culture. Qui,
lessi la definizione classica che se ne dà:
Bene, questo è tutto. Lingua, abiti e Islam.
Preghiera in moschea. Kampung Kuala Pari, Ipoh. Perak, 23 Marzo 2019. |
Nell'introduzione
di un saggio più serioso del 1981 si legge:
Poi, però, dopo qualche riga inizia ad elencare le influenze che la Malesia ha subito sin dalle sue origini: la vicina
Indonesia, la Persia e gli Arabi, i cinesi, gli indiani e gli Europei con le tre
diverse colonizzazioni portoghesi, olandesi ed inglesi.
Lo stesso termine Malay è derivativo, usato durante il colonialismo europeo, come assimilazione nell'inglese dal termine olandese “Malayo” che deriva dalla parola malesiana “Melayu”. “Orang Melayu o the Malays sono sawo matang (persone con carnagione rosso brunastra),” come scrive Hidayah Amin.
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Penang è il luogo perfetto per capire tutto
questo: un'isola fondata dall'inglese Francis Light nel 1786, centro nevralgico
di tutti i traffici portuali dell'Asia da epoche remote, con una delle prime
colonie indiane che costruirono la prima moschea nel centro di George Town, con
una popolazione cinese che supera il numero di quella malesiana, a poche ore di
distanza dal confine thailandese.
Solamente parlando di questa piccola isola
(ha anche una parte connessa alla penisola) ci si potrebbe stare ore ed ore, e
vivere là mi manca da impazzire.
Perciò, non sono state poche le volte che,
incontrando le persone, facevo l'errore più consueto in Malesia, ovvero
chiedere:
“Ma tu sei indiano? No, io sono malesiano
al 100%. Sei cinese? No, sono malesiano al 100%. Sei siam? Arabo?
Indonesiano?...
No, sono malesiano al 100%”
Ecco, ho reso l'idea.
Di una cosa però sono sicuro, per me lo
spirito viscerale e autentico del popolo malesiano, quello diciamo con meno
contaminazioni possibili, è incarnato dagli anziani dei kampung, dei villaggi,
che poi si sono spostati anche nelle città. Come ho scritto nell'introduzione,
c'è il modo formale di essere chiamati con il termine Tuan per gli uomini e
Puan per le donne, e poi quello più rustico: pakcik per gli anziani e makcik
per le donne adulte – occhio a non sbagliare e chiamare una donna ancora
giovane makcik che si rischiano i denti.
Per questo motivo la scelta della prima fotografia è caduta su questa, perché è stato veramente un colpo di fortuna incredibile.
Ho incontrato questa coppia di pakcik ad un
tavolo dove si beveva caffè a Kuala Muda, dopo che ero stato a fotografare
alcune famiglie Rohingya che lavorano nel mercato là vicino.
Mi sono seduto con loro a chiacchierare e
bere caffè insieme, poi ho iniziato a fotografarli finché si sono voltati a
sinistra e destra nello stesso momento: fantastici!
Una foto che sembra in posa, con una
perfetta simmetria accentuata dall'uomo che mangia alle loro spalle.
Per me in questa immagine c'è tanto
dell'anima del popolo malesiano: è semplice, ma racconta una realtà che è
quella Malesia profonda, dei kampung, e poi rientra nella definizione data nei
libri: lingua malesiana, kopiah in testa (il copricapo islamico per gli uomini)
e di certo con il sarong (il largo pezzo di cotone drappeggiato intorno
alla vita che copre fino alle gambe) a casa o per andare in moschea a pregare,
che usano gli uomini in Malesia e Indonesia.
Oppure come l'uomo che fuma seduto sul
pavimento della sua stanza con il sarong, o le donne sul tappetto che
parlando tenendo a cura i bambini piccoli con baju kurung, l'abito
tradizionale femminile: queste non sono fotografie casuali, ma sono frammenti
dell'anima del popolo malesiano.
Kampung Biak, Pasir Salak. Teluk Intan. Perak, 17 Giugno 2018 |
Kuala Lumpur, 1 Luglio 2018 |
A Bachok, in Kelantan, sono stato felice di
poter ritrarre questa famiglia sul patio di casa; una tipica casa in legno – di
cui parleremo più avanti – con tre generazioni al femminile, e tre modi diversi
di rapportarsi ad una macchina fotografica maschile: le bambine educate
e timide sedute composte con il tudung (il velo islamico), la madre che
si è coperta i capelli all'istante con un asciugamano giusto per la foto, e la
nonna che ormai non dà più peso a certe formalità e sorride imperturbabile.
Kampung Canggung, Bachok. Kelantan, 21 Luglio 2018 |
Questi sono solamente alcuni modi di
raccontare il popolo malesiano nel senso originario, e non sarebbe sufficiente
una enciclopedia fotografica; anche se questa terminologia è ingannevole, in
quanto se tradotto verrebbe “Orang Asli” ed è tutt'altro, come abbiamo visto in
un altro articolo.
Kampung Cahaya Baru, Masai. Johor, 25 Maggio 2019 |
Kampung Telekong, Kuala Krai. Kelantan, 22 Luglio 2018 |
Per questo mi piace chiudere questo primo
racconto con una foto che ho scattato al mercato vintage “Pasar Karat” a Ipoh,
dove tra i cimeli e le rarità di seconda mano, c'era questa vicinanza bizzarra
ma molto azzeccata di una vecchia fotografia in bianco e nero di una ragazza
cinese sconosciuta accanto alla musicassetta di Rafeah Buang “Don Juan II”, un
classico della musica malesiana.
Un bel modo, a mio parere, di raccontare la
Babele di razze e incorci di questa terra dalla identità forte e mutevole.
Pasar Karat, Ipoh. Perak, 24 February 2019 |
“Hilang bahasa, lenyap bangsa.” (Peribahasa Melayu)
“Perdi la tua lingua, perdi la tua razza.” (Proverbio malesiano)Hidayah Amin: “Malay Weddings don't cost $ 50, and other facts about Malay Culture” (Helang Books, 2014)
“The Malays – A cultural History” by Richard Winstedt (GB Edition, 1988)
Canzone consigliata: Siti Nordiana “Ghazal Bulan Diriba”
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