La Vita è Sogno

“Sì: sono un sognatore.
Perché un sognatore è colui che può trovare la sua strada solo al chiaro di luna,
e la sua punizione è che vede l'alba prima del resto del mondo.”

(Oscar Wilde)

 

Samantha Everton 

“L’essere umano nel corso della sua esistenza trascorre oltre 20 anni a dormire e ben 4 anni a sognare. Questo se si intende con sogno la fase REM  (dall’acronimo inglese rapid eye movement, movimenti rapidi oculari), che caratterizzano una delle fasi più vivaci del sogno.

Passiamo, cioè, almeno un terzo della nostra vita dormendo. E la maggior parte delle volte non conserviamo alcun ricordo dei nostri sogni. Probabilmente proprio grazie a questa rimozione massiva l’attività onirica è stata relegata per migliaia di anni nel regno dell’irrazionale e dell’animismo.

 

Va ascritto a Freud ed ai suoi studi il merito storico  di aver attribuito, in modo definitivo, al sogno un significato psicologico.

Gli studi psicoanalitici ci dicono che l’Es anima desideri che nel sogno trovano una loro realizzazione allucinatoria. Però tali desideri, sentimenti e pensieri risultano angoscianti per l’io cosciente. Eppure il nostro sonno non ne è perturbato perché su di loro interviene la cosiddetta Censura, che camuffa, maschera ed elabora i messaggi latenti dell’inconscio, trasformandoli in immagini manifeste tollerabili dalla coscienza (contenuto manifesto del sogno) nel rapido passaggio tra sonno e risveglio. È per questa semplice ragione che i nostri sogni ci sembrano spesso così astrusi ed incomprensibili.

La definizione psicoanalitica del Sogno che lo psicoanalista in erba apprende fin dagli albori della sua formazione è dunque la seguente: 'Il sogno è la realizzazione mascherata di un desiderio inconscio di origine infantile.'

In questa definizione c’è tutta la psicoanalisi, la sua epistemologia, la sua efficacia clinica, la sua visione dell’essere umano.”

Così scrive lo psicoanalista Dott. Qurino Zangrilli, a proposito del sogno.

 

L'impostazione di Jung, fondatore della psicologia analitica, è piuttosto diversa da quella di Freud. Per Jung i sogni sono l'espressione di un “inconscio collettivo”, ossia di quel patrimonio di simboli e d'immagini “archetipiche” (cioè primordiali e appartenenti alla specie) che tutti gli uomini condividono. La loro forza risiede nel loro essere portatori di un sapere profondo, illuminante, capace di trasmettere saggezza ed energia.


Ci sono poi anche le allucinazioni ipnagogiche che sono esperienze intense e vivide che si verificano all'inizio di un periodo di sonno e avvengono spesso in aggiunta delle paralisi ipnagogiche.

Questa fase dura da qualche secondo a diversi minuti in cui alcuni o tutti i sensi, ma in particolar modo vista, udito e tatto, possono risultare coinvolti e frequentemente è molto difficoltoso per il soggetto distinguere l'allucinazione dalla realtà. Alcune volte le allucinazioni ipnagogiche possono costituire un'esperienza piuttosto spaventosa, specialmente perché l'illusione consiste in soggetti terrificanti; nel momento in cui si vive l'esperienza l'approccio migliore consiste nel riflettere che tutto ciò che si sta manifestando non è reale e calmare il proprio panico di fronte a queste illusioni (visive, tattili e uditive) in quanto si alimentano dalle stesse paure del soggetto dormiente, poi scompaiono lasciando il posto a un sonno ristoratore.

 

Questo è ciò che si sa a proposito del sogno vero e proprio, ma chiunque di noi è capace di sognare anche senza bisogno di dormireLo stesso Pedro Calderón de la Barca intitolò il suo più famoso dramma teatrale del 1635 “La Vida es sueño”, la Vita è Sogno.

È vero anche che spesso questo è visto in modo negativo, ed è usato come monito: “Non sognare ad occhi aperti!

Io non ho mai creduto a questa impostazione mentale che separa il sogno dalla veglia, il razionale dall'irrazionale, in un dualismo cartesiano rigido e limitante.

Soprattutto nell'arte.

 

Certamente è interessante relazionare il sogno alla fotografia, che è un atto consapevole, con una sua logica e grammatica.

Non dimentichiamo però, come Freud ci ha insegnato, che anche i sogni hanno una grammatica, non sono nubi sconclusionate e prive di senso.

La pittura, prima della fotografia, aveva già provato a raccontare il potere dei sogni o ad essere un sogno stesso, da Füssli al Surrealismo, come abbiamo già visto in un precedente articolo.

Anche in musica, tutti coloro che sono appassionati di musica elettronica conoscono bene i Tangerine Dream o quel capolavoro onirico che è “Selected Ambient Works Vol. II” di Aphex Twin.

 

Johann Heinrich Füssli. “L'Incubo”, (1781)

A me interessa l'aspetto fotografico, perché – ripeto – è una sfida intrigante mettere in immagine le proprie visioni interiori. Esse diventano non solo lo specchio del mondo onirico del fotografo, ma anche una porta aperta per il subconscio di chi le osserva.

Detto tra noi, onestamente, io sono un inarrestabile sognatore, e forse sogno più ad occhi aperti che nel sonno. Ho sempre creduto che questa fosse la parte migliore di me, e quella che mi rende iperattivo nell'arte.

Quando io osservo le immagini, possono essere fotografie o quadri, provo sempre a vederle con un occhio aperto e uno chiuso, per modo di dire. Intendo, lasciare che anche il mio subconscio le legga.

Ovvio, non tutte le immagini si prestano a questo gioco.

Alcune sono più didascaliche, altre più misteriose.

 

In realtà, il discorso è più complesso. Molte volte, in questi anni, ho incontrato persone, amici, durante i workshop o nella quotidianità, che avevano come spento il loro interruttore interiore.

Si erano disconnesse dall'inconscio: ciò che io chiamo la rassegnazione alla vita.

Per mille motivi, anche validissimi, loro avevano tirato i remi in barca e rinunciato a vagare per i mari del sogno.

Allora andiamo a rileggere il ruolo del sogno, sopra.

Non è semplicemente un parco giochi mentale per trastullare le nostre fantasie.

No.

Il sogno è un risolutore di drammi interiori.

È ciò che realizza, in modo allucinatorio, i nostri desideri irrealizzati. Questo nel sonno.

Ma nelle nostre vite quotidiane, quanti sono i nostri desideri che si spengono piano piano, fino ad essere dimenticati?

Eppure a volte basterebbe così poco.

Alimentare i nostri sogni non comporta sempre uno sforzo enorme. Se ami scrivere ma pensi che a nessuno interessa, che è tempo perso, che devi occuparti dei figli, la casa, il lavoro, prendi solo un'ora di tempo per te, siediti e scrivi senza curarti di chi lo leggerà: è per te stesso. Questo vale anche per il disegno, la fotografia, la cucina o la cura del giardino.

Non lasciate che le vostre esistenze siano solo contenitori rivolti all'esterno.

 

Masahisa Fukase

Quello che ho imparato nella mia vita è questo: se non sei tu stesso la prima persona a credere nei tuoi sogni nessuno lo farà mai al tuo posto.

Io spero che queste poche fotografie, di cui non voglio dire assolutamente nulla se non l'autore, siano una porta che si apre nei vostri corridoi interiori in ombra.

Percorreteli. Non rinunciate mai alla parte profonda di voi stessi.

Là abita il fuoco che alimenta la vostra fame di vita.

 

La vita è Sogno.

 

Michael Kenna

Nobuyoshi Araki

Michael Ackerman 

Karolin Klüppel

Todd Hido


Gueorgui Pinkassov






Stefano Romano


Musica consigliata:  Aphex Twin “Selected Ambient Works Volume II” (Warp Records, 1994)





https://www.artistprofile.com.au/samantha-everton/ 

“Michael Kenna: Immagini del settimo giorno / Images of the Seventh Day” (SKIRA Photography, 2010)
“Araki” (Taschen, 2007)
Karolin Klüppel: “Kingdom of girls” (Hatje Cantz, 2016)
David Gibson: “Street Photography” (Il Castello, 2016)

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