La Storia di Kim Noble e le Sue Venti Personalità

“Dimmi a cosa presti attenzione e ti dirò chi sei.”
(José Ortega y Gasset)

 

Ria Pratt
Ria Pratt Kim Noble. "My Hands Are Tied"

 

Ci sono storie che entrano nella nostra pelle come aghi acuminati.

È sufficiente leggere poche righe, vedere delle immagini, e non si è più in grado di liberarsene.

Uno dei modi di affrontare questi impatti emotivi che ci colgono di sorpresa è attivare immediatamente la razionalità.

Che vuol dire?

Prendiamo il caso di cui vi voglio parlare.

 

Recentemente, grazie al suggerimento di una mia amica scrittrice, sono venuto a conoscenza dell'incredibile storia di Kim Noble.

Una donne che soffre del disturbo DID – Dissociative identity disorder, ovvero di personalità multiple, legato ad un trauma infantile.

Lei ha sviluppato ben 20 personalità diverse.

Non è certo un caso singolo o eclatante; Oprah Winfrey intervistò nel 1990 una donna di nome Truddi Chase, una delle interviste più indimenticabili nella storia dell'Oprah Show: dopo aver sofferto anni di orribili abusi sessuali iniziati quando aveva solo 2 anni, la mente di Truddi si divise in ben 92 personalità differenti.

 

Prima di addentrarci nella sua storia, quella di Kim, come dicevo, mi verrebbe di fare come al solito. Anche perché questo è un tema che mi colpisce profondamente e che ho studiato anche per la mia tesi di laurea.

Ovvero, aprire i libri di psicologia, razionalizzare.

Parlare del significato che hanno le emozioni nella nostra vita quotidiana.

Perché no?

Poi la storia di Kim ha anche una forte connotazione artistica, quindi è inevitabile elencare gli artisti che nella storia hanno trasferito nell'arte i loro drammi e traumi psicologici.

Sì, Van Gogh. Come non nominarlo?

Ma come lui dozzine e dozzine di altri nomi celebri in ogni campo artistico.

Questa volta voglio saltare questa parte di scrittura.

Voglio seguire il consiglio del grande Cioran è provare a scrivere, e “sentire”, come se fossi un serpente che striscia sulla pietre.

 

Allora torniamo alla storia di Kim Noble. Prima di tutto.

 

Kim Noble
Kim Noble

 

Kim Noble è una madre di 59 anni che vive alle porte di Londra.

Ha anche una figlia di nome Aimee.

Come ho già detto Kim ha sviluppato 20 diverse personalità in seguito ad abusi sessuali subiti quando era ancora una bambina.

Tra le personalità di Kim ci sono “Patricia”, la personalità principale; “Salome”, una devota cattolica; “Judy”, la personalità che esce all'ora dei pasti e, nonostante la corporatura esile di Kim, pensa di pesare più di 200 libbre; e “Ken”, un gay depresso.

Poi c'è “Dawn”, che è colei che ha dato alla luce Aimee. “Solo uno di noi può partorire”, spiega Kim, “Non potremmo essere tutte lì perché solo una persona può realizzarlo”.

Quando “Dawn” emerse fu come se fosse congelata nel 1997, l'anno in cui è nata Aimee – lei crede di essere  ancora in quell'anno.

In realtà “Dawn” non riconosce Aimee come sua figlia, lei pensa che abbia partorito una figlia di nome “Sky” ma che un amico le ha poi portato via.

Questo ferì molto Aimee, sentendosi rifiutata.

Non è facile essere figlia di una persona che cambia personalità continuamente e che possiede 20 diversi spazzolini da denti e differenti email.

Ma Kim non parla mai di sé stessa come Kim Noble, ma come “Patricia”: “Sono la personalità principale”, dice. “Sono io che tengo la casa in ordine, paga i conti e si prende cura di Aimee, nostra figlia”

“Patricia” crede che chiunque fosse stata Kim oramai è sparita per sempre. “Le cose si sono accumulate troppo per lei, quindi è semplicemente scomparsa e noi dobbiamo prendere il controllo del corpo”, dice. “Credo che la stessimo proteggendo. È scomparsa ed è andata a dormire.”

 

Ma cosa ha causato tutto questo?

Secondo gli psicologi furono gli abusi sessuali subiti da giovane.

E la prova e la chiave di tutto è la personalità di Kim Pratt; ovvero colei che dice di essere una bambina di 12 anni.

Tornando alla personalità di “Patricia”, Kim dice che ascoltare “Ria Pratt” la rende triste. “Ma io non ho tutti quei ricordi che ha lei, quindi lo sento come una terza persona”, dice.

“Patricia” afferma di ricordare parti dell'infanzia di Kim, ma mai nessun abuso. “Io no. Non ho subito alcun abuso”, dice. “Sono fortunata a non averne avuto.”

 

Questa è la chiave per capire il mistero della mente di questa donna.

Sebbene il DID sia una reazione rara ad un trauma cerebrale, la maggior parte delle persone ha familiarità con il concetto di repressione dei ricordi negativi. “Alcuni aspetti dell'esperienza sono troppo insopportabili perché una persona possa sopravvivere”, dice. “Quando ciò accade, una parte della persona può catturare quei ricordi e mantenere il resto della persona al sicuro aggrappandosi a quelli e isolandoli... Il corpo lo ricorda, ma non viene respinto – semplicemente lo tiene e non lo condivide.”

 


Ria Pratt
Ria Pratt Kim Noble, "It's a Dog Life"

 

Ma come veicolarlo fuori, oltre a scindersi in una metastasi di personalità?

Grazie anche all'arte. Perché alcuni dei terapisti che ebbero in cura Kim le suggerirono di provare a dipingere.

E così alcune delle sue personalità iniziarono a dipingere, ognuna di loro con diversi stili.

Ognuna di loro in grado di espellere su tela le proprie emozioni, che è poi il fulcro dell' Art Therapy.

Perché le nostre emozioni sono una forma di energia neutra che ci aiuta a superare lutti, ostacoli, a difenderci e raggiungere i nostri obiettivi.

Spesso però le nostre emozioni non vengono vissute nella maniera corretta. Rabbia repressa o non manifestata, lutti irrisolti, possono portare alla creazione di blocchi o ferite che nel tempo  potrebbero sfociare in malattie psichiche o psicosomatiche.

 

Questo fu l'argomento della mia tesi di laurea e che conosco molto a fondo, anche per storia personale.

L'ho vissuto, mio malgrado, sulla mia pelle.

Ed è assolutamente vero quanto semplice: si può riassumere immaginando la nostra psiche come un reticolo di tubi in cui scorre del fluido.

Ogni fluido ha il suo percorso, ma laddove accade qualsiasi evento che blocca il normale scorrimento del liquido, esso non si placa ma cerca un'altra via. Non si può fermare il fiume che vuole giungere al mare.

Le malattie psicosomatiche non sono altro che questo: un percorso perverso alternativo del normale flusso dei nostri pensieri ed emozioni.

Il corpo dice ciò che la mente non è più in grado di elaborare e la parole di nominare.

La scissione in 20 personalità di Kim è la forma di sopravvivenza ad una violenza così tremenda che lei ha deciso – inconsciamente – di rifiutare. Non ha accettato di guardarla in volto bensì ha distolto lo sguardo come se non esistesse. Ma quella violenza e il suo trauma, il suo dolore, sono dentro di lei. Ruggiscono, dilaniano. Perciò si sono moltiplicati in un prisma di personalità.


Kim Noble
Ria Pratt Kim Noble. "Ted Saw All"


Kim Noble
Ria Pratt Kim Noble. "Nowhere to Run"




Questa lettura fu possibile osservando i dipinti tremendi di Ria.

Lei ha dipinto forme e colori che sostituiscono le parole che divengono mute, inespresse.

Immagini raccapriccianti di piccole figure femminile in giallo o rosso abusate, incatenate, umiliate da forme nere maschili, lunghe e minacciose.

Non sono neanche sublimate in metafore visive, allusive, ma sono assolutamente descrittive. Una volta osservate non abbandonano più la nostra memoria.

Nonostante Kim affermi di non ricordare nulla di quelle violenze, lei le dipinge, nei dettagli, scaricando su Ria ogni responsabilità

Ria è stata la sua salvezza, colei che si è sacrificata per ognuna della sue personalità e le garantisce una vite pseudo normale. Anzi, l'ha resa anche un'artista.

 


Ria Pratt
Ria Pratt. "What Ted Saw"

 

Io sono percosso in modo violento da quei dipinti e questa storia.

Una parte di me ne riconosce il valore terapeutico dell'arte, che ho da sempre sostenuto.

Ovunque mi trovassi a parlare o tenere lezioni, mi sono sempre speso nell'incoraggiare ogni forma di arte. Senza ambire a chissà che riconoscimenti – l'importante è sputare fuori tutto ciò che brucia dentro di noi.

Non tutti hanno la forza e il coraggio di riconoscere le proprie debolezze, le colpe, gli errori che abbiamo fatto in passato.

Ma non funziona l'idea che non dire ci consente di non sapere o di dimenticare.

Una volta lessi una bella storia che diceva che ciò che conserviamo dentro di noi, ciò che ci ferisce, è come un frutto che col tempo marcisce e ammorba con odore nauseabondo la nostra interiorità. Grande verità.

Meglio scagliarlo fuori di noi, se non esiste nessuno che ci ascolta o può aiutarci.

Scrivi, fotografa, dipingi, disegna. Canta, suona, urla.

Le parole possono cambiare abito a seconda della necessità.

Senza l'arte di Ria forse le personalità di Kim Noble sarebbe arrivate a cento; comunque i terapisti avrebbero faticato a sapere degli abusi sessuali subiti a 12 anni.

 

Io ho già scritto della mia infanzia, della rabbia repressa per non potere avere una vita normale come tutti i miei amici, fare sport, correre.

La mia infanzia era un entrare ed uscire dagli ospedali e di visite mediche.

Passavo i pomeriggi ad osservare al bordo del campo di calcio i miei amici correre dietro al pallone.

Allora la sera tornavo nella mia stanza ed iniziavo a disegnare, nel modo più dettagliato possibile le azioni di calcio, i goals.

E tutta la mia frustrazione si sublimava, anzi mi eccitavo, mi dava piacere disegnare. Piacere fisico. Mi stancava come una partita di calcio.

Qualsiasi cosa mi angosciava o mi rendeva triste diventava i mediamente disegno su carta o parola scritta.



Stefano Romano
I miei disegni da ragazzo

 


Stefano Romano
I miei disegni da ragazzo

  

Non sono sempre stato così abile. A fare le cose da solo spesso si sbaglia.

E so bene che mi sono ammalato di tumore per non avere accettato un dolore terribile che mi stava annientando.

È difficile ammettere di aver amato e dedicato la propria vita alla persona sbagliata. Meglio fingere che tutto stia andando per il verso giusto, e che presto passerà. Ma il corpo è più sincero della mente, e con la malattia ci urla le nostre debolezze. I nostri errori.

L'ho pagata molto cara, perciò vedere i disegni di Ria Pratt mi ricorda ancora una volta l'importanza di comunicare, in ogni forma possibile.


My boy drawings
I miei disegni da ragazzo


Anche voi. Non abbiate mai vergogna delle vostre emozioni.

Non pensiate che sia inutile provare ad esprimervi, a creare arte.

Non è una questione di diventare celebri, ma spesso diventa una sopravvivenza della mente.

Io credo che questo sia l'insegnamento più importante della storia di Kim Noble, non tanto un elenco di artisti o di teorie psicologiche, bensì quello di volerci bene.

Non aspettate che siano gli altri a provare amore per voi.

Impariamo a volerci bene da soli.

Doniamoci anche la nostra parte di arte personale.

Che sia anche cucinare per la famiglia, o cucire un abito, così come fotografare i propri genitori, o disegnare un fiore.

 

Lasciamo che i nostri fiumi raggiungano il mare senza che l'acqua ferisca le nostre rive.


My boy drawings
I miei disegni da ragazzo





Parte della storia di Kim Noble è tratta dall'intervista di Oprah Winfrey: Life as a Mother with 20 Personalities
Il sito con i loro dipinti: Kim Noble Artist



 

Comments