“Gunung teu meunang dilebur,
Sagara teu meunang diruksak,
buyut teu meunang dirempak.”
"Non distruggere la montagna,
Non danneggiare il mare,
Non violare i luoghi sacri.”
(Proverbio Sundanese Baduy)
Kampung Pandai. Cicalengka. Bandung, 9 October 2017 |
Di certo la città che più amo, dopo Giacarta,
è Bandung, dove è la casa editrice Mizan che ha pubblicato i miei libri, e dove
ci sono tra i miei migliori amici della nostra grande comunità fotografica
“Laskar Kampungku” a difesa del patrimonio culturale dei villaggi in Indonesia.
Bandung, non a caso, è considerata la città della Fotografia, con i suoi festival
e mostre fotografiche ogni mese.
Ma non è della città che voglio parlarvi,
piuttosto della sua parte periferica, quella dei kampung, appunto.
Immersi nel verde e in cui ho trascorso tra le
giornate più indimenticabili; tra raccoglitrici di riso, fabbriche di tahu,
matrimoni e lezioni di arabo per i bambini delle colline.
Io lascio anche questa volta che siano le
fotografie a raccontare. Perché, come ho già scritto, le parole non sono mai
abbastanza capaci di descrivere quello che uno prova, o che gli occhi vedono.
Anche il concetto di “suasana kampung”
è di traduzione impossibile, solamente chi ha camminato in quei luoghi e
respirato quei colori e odori può capire che cosa è la “sensazione del
villaggio”. Molto meglio rinunciare a raccontare a parole e lasciare che
gli occhi del cuore godano questo viaggio che ho diviso in due parti. Passando
da una zona ad un'altra, da un distretto ad un altro, come capita spesso quando
si va a fotografare in quei luoghi, dalla mattina alla sera, riposando ogni
tanto tutti seduti per terra davanti ad una tazza fumante di caffè nero, con il
volto sudato e il sorriso stampato sul viso.
Dedicato a tutte le persone che ho incontrato e sono state con me in quei giorni.
Kampung Baron. Cicalengka, 9 Ottobre 2017 |
Fabbrica di tahu. Kampung Kebon Kapas. Cicalengka, 9 Ottobre 2017 |
Donna prepara il tahu a casa. Kampung Kebon Kapas. Cicalengka, 9 Ottobre 2017 |
Kampung Pandai. Cicalengka, 9 Ottobre 2017 |
Sulle alte valli della Desa Mekarmanik, tra la
fitta vegetazione e le strade in terra vive una piccola comunità lontana dalla
città e le sue modernità, in cui anche la televisione è un lusso e i bambini
per raggiungere le classi di arabo devono camminare per pendii fangosi e
sdrucciolevoli, ma è dove anche possibile trovare ancora le bellissime case
rialzate tradizionali in legno “rumah panggung”.
In questa zona è attiva la Fondazione “Odesa
Indonesia” che ha aperto una scuola per circa cinquanta bambini di questa area
povera e chiusa, dove i bambini molto spesso crescono senza mai vedere la
città, sposandosi tra di loro – crescendo – e potendo fare solamente i lavori
che questi luoghi consentono.
È solo grazie alla cultura che è possibile
dare un'occasione a questa generazione di bambini, il luogo sacro
dell'Indonesia.
Kampung Sentak Dulang, Desa Mekarmanik. Cimenyan, 15 Ottobre 2017 |
Canzone consigliata: Rita Tila “Dadali Manting”
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