Om Hindu Mondir. Torpignattara, 13 Marzo 2022 |
Qui produce automaticamente per il donatore una cosa identica a sé stessa: non è perduta, si riproduce; là, è la stessa cosa accresciuta che viene ritrovata.”
(Marcel Mauss, “Saggio sul dono”)
Appunti di viaggio del Laboratorio Fotografico a Torpignattara con Fabio Moscatelli e Stefano Mirabella, in collaborazione con l'Octopus Studio.
I primi due giorni sono scivolati fluidi e carichi di incontri.
Abbiamo portato tredici persone dentro le vene del cuore pulsante
multietnico di Roma, il “mio” quartiere di Torpignattara.
Alcuni di loro già lo conoscevano, perché ci avevano abitato o comunque
ci erano stati, ma avendo confessato che sempre in modo non approfondito e
senza poter entrare in senso antropologico nel suo intimo.
Perché anche i quartieri sono come le anime delle persone, fatte di
facciate, maschere, rimozioni, pulsioni e inconscio.
Un approfondimento, anche fotografico, dovrebbe somigliare sempre – il
più possibile – ad uno scavo psicologico, delle sue strade come delle persone
che lo abitano.
Le “perversioni” del pensiero e della vista si vincono con il dialogo,
dando alle cose il loro giusto nome, e
avvicinandosi quanto si può all'inconscio.
Ecco perché è per me un profondo piacere far conoscere Torpignattara e
la comunità del Bangladesh che lo abita.
Lascio ai miei due amici la parte relativa alla tecnica e più
prettamente fotografica, io mi accontento di aprire le porte, far dialogare,
far vedere quello che io ho la fortuna di vedere da quasi quindici anni, ormai.
Il primo giorno, alcuni dei ragazzi del laboratorio mi hanno preso in
giro e immortalato mentre aprivo con le chiavi uno dei due templi induisti,
quello grande di Via Cora. Ci abbiamo scherzato sopra: non è da tutti avere le
chiavi in prestito per aprire il tempio per farlo vedere ai partecipanti.
Ovviamente questo fa parte di quella “legge del dono” di cui ho scritto
molte volte, che è alla base per me della fotografia.
Quello che tu dai ti torna indietro e quello che ti è stato donato devi
renderlo in qualche modo. Sempre.
Allora quelle chiavi diventano la controparte materiale e simbolica proprio come scriveva Marcel Mauss nel 1924,
controparte alle mie fotografie. Il nostro scambio di doni.
Torpignattara. Roma, 12 Marzo 2022 |
“Islamic Institute of Rome”. Roma, 12 Marzo 2022 |
Neanche partiti ed abbiamo incontrato un papà musulmano con in braccio il figlio nato da pochi giorni.
Due parole, sorrisi, l'orgoglio e la felicità di un padre, la conferma
di spedirgli le foto ed eccolo posare per noi sul marciapiede di Via della
Marranella.
Poi le madrase in cui i bambini bangladesi imparano a leggere l'arabo e
il Corano, un pranzo speziato e a casa di una delle amiche che conosco da più
anni, la cara Sultana che anche se non in ottime condizioni di salute ci ha
accolto con the allo zenzero e dolci cucinati da lei, nella sua stanza.
Raccontando la sua storia che ho ascoltato decine di volte ma che è
sempre un piacere riascoltare, perché le sue parole sono il bilanciamento in
positivo di tutto ciò che non ci piace in Italia e del nostro stesso popolo.
Prima di andare via sono riuscito a farle il primo ritratto veramente
bello dopo tutti questi anni.
Sultana. Rome, 12 March 2022 |
Poi la scuola di musica di Sushmita Sultana.
E là ho visto uno di loro, che credo rimarrà anche una bella amicizia,
rimanere immobile, con la macchina fotografica tra le mani, estasiato ad
ascoltare i bambini di Sushmita cantare. Con gli occhi lucidi.
Proprio lui, la sera prima, mi aveva scritto dicendo che questo
laboratorio fotografico sarebbe stato un profondo viaggio culturale oltre che
fotografico. Il suo sguardo ne era la conferma.
Krishna and Niharika. Roma, 13 Marzo 2022 |
La domenica successiva è iniziata con la sessione di ritratti in studio
ed esterna con Krishna e Niharika, due ragazze di Telangana, dal sud dell'India e
Shelley, una mia amica bangladese in abiti quasi matrimoniali.
Da là i partecipanti hanno avuto veramente la fortuna di assistere ad
un annaprasan, ovvero la cerimonia induista di svezzamento della figlia
Arushi del mio caro amico Sanjay. Anche in questo caso è stato un gesto gentile
da parte sua l'aver concesso a tutti loro di entrare nel tempio e stare con
noi, per un evento privato e solenne. Io gli ho portato una stampa del
annaprasan della prima figlia. Ancora un cerchio che si apre e si chiude.
Annaprasan Arushi. Om Hindu Mondir. Roma, 13 Marzo 2022 |
Una donna nepalese che ci sorride dal suo negozio, lungo la via.
Nepalese woman |
Per concludere siamo stati ospiti della mia sorellina Mousumi, con la
sua amica Sabine. Ancora the alla zenzero e dolce appena fatto da lei.
Tredici persone sconosciute in una stanza a parlare e fotografare.
Mousumi |
Sabine |
Tutto questo sarebbe stato già abbastanza, ma le cose migliori spesso
arrivano sempre alla fine.
E lungo la strada del ritorno, sui marciapiedi percorsi molte volte in
questo primo fine settimana, abbiamo incontrato un venditore di street food
bangla, e mentre io spiegavo a loro che cosa faceva e vendeva, lui ha in un
attimo tirato fuori degli spuntini salati e lo ha offerti a loro per
assaggiare.
Quando hanno insistito per pagarlo lui si è rifiutato con le mani
dietro il corpo e il sorriso dietro la mascherina.
Allora, valga ciò che ho detto loro e che ripeterò fino a che sarò
chiamato a farlo: questo è il compito della fotografia, non solo ritrarre per
mostrare agli altri, ma anche avvicinarsi e conoscere, mettersi in gioco,
sfidare i propri pregiudizi, e solo quando questo percorso sarà avviato
iniziare a pensare alla realtà che ci circonda come un luogo continuo di scambi
di doni.
A casa di Sultana |
Alla scuola di Sushmita Sulta |
Sessione di ritratto con Shelley da Octopus Studio |
Annaprasan |
Prima di andare via |
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