Krishna. Villa Torlonia. Roma, 16 Aprile 2021 |
A volte si incontrano persone per caso che si rivelano veramente
interessanti.
È il caso di Chintamaneni Sahithi Krishna, una ragazza che ho conosciuto
su Instagram. Ho visto le sue fotografie, come al solito, e mi è sembrata una
ragazza diversa dal solito, perciò è nata l'idea di fare alcune fotografie
insieme: un'occasione per conoscerla e sapere di più della sua storia.
Siamo andati a Villa Torlonia, uno dei luoghi che amo di più per fare
ritratti e abbiamo iniziato a parlare.
Mi ha colpito di Krishna, fin da subito, il suo stile aggressivo, un
buon bilanciamento di tradizione in sari e scarpe da ginnastica.
Mi è sembrato un modo diverso di raccontare l'India.
Lei è nata, 22 anni fa, a Hyderabad, capoluogo dello stato di
Telangana, nel sud dell'India, un luogo di cui non avevo mai sentito parlare
prima: l'Andhra Pradesh. Una città che, con i suoi oltre 10 milioni di
abitanti, è la quarta città più popolosa dell'India.
È arrivata a Roma un anno fa per un Master sulla Moda all'Università La
Sapienza, con una tesi sugli abiti di seconda mano.
Dopo avere scattato qualche ritratto ci siamo seduti sull'erba a
parlare.
Io sono avido a curioso di conoscere cose nuove e l'India è talmente
vasta che è un piacere già stare a sentire le storie di chi ci proviene.
Al di là dell'apparenza aggressiva e punk, su cui abbiamo giocato nelle
fotografie, Krishna ha anche un lato dolce e divertente.
Lei è appassionata di moda, e dopo l'università nella sua città, ha
deciso di venire a fare il Master proprio a Roma, su consiglio di alcuni suoi
amici; anche perché Roma con il suo famoso mercato vintage è uno scrigno di
ricchezze per lei che è appassionata di abiti usati da trasformare a suo gusto.
Krishna mi ha raccontato prima della sua città perché io non conosco
nulla di quella zona. Mi ha detto che è uno stato molto bello, a forte
predominanza musulmana, anche sei – come si capisce bene dal nome – è induista.
Che, come la maggior parte degli indiani, non ama il cinema Bollywood:
ho capito che è una cosa che appassiona più fuori dall'India, non è la prima
persona indiana che me lo dice.
“Le storie non sono realistiche, ma quando mai dozzine di persone si
mettono a ballare per strada!” Mi ha detto ridendo, e comunque ogni stato ha la
sua industria cinematografica, e quella Telagu è molto meglio di Bollywood, mi
ha detto, “Tollywood, si chiama, da Telagu, ma la migliore è Mollywood, quella
del Kerala (Malayalam).”
Anche la musica tradizionale è differente, si chiama Carnatic.
Poi il discorso è andato sul privato, sulla sua storia.
E, ovviamente, se si parla di induismo e India non potevo non chiederle
delle caste, soprattutto perché lei mi sembra un tipo molto forte e che ama
pensare con la sua testa.
Krishna non ha avuto nessun problema a parlarne.
Mi ha detto che la sua famiglia appartiene alla terza classe, shudra (la quarta casta) e come legge lei dovrà sposare un uomo della stessa casta. Anzi,
neanche sapere che il sistema della caste è stato già abolito in India da molti
anni. Semplicemente perché è ancora ordinario e condiziona la vita di tutti.
Per questo motivo è venuta a studiare in Italia. Sua madre le ha detto
che le dava due anni per avere successo – il suo sogno è di trovare lavoro
nella moda in Italia e aprire un suo brand. Se allo scadere di questo tempo
Krishna riuscirà nel suo obiettivo la madre la lascerà libera di scegliere la
sua vita e il suo futuro, anche a livello affettivo, ma se fallirà e avrà un
lavoro semplice allora dovrà tornare in India e sposare l'uomo che la madre
sceglierà per lei.
All'inizio queste parole mi hanno intristito. Poi però, parlando meglio
di sua madre, ho capito che in cuore suo, sua madre, vorrebbe che lei non tornasse
e che fosse libera di scegliere.
“Lei mi ha insegnato ad essere determinata e libera”, mi ha detto
Krishna con gli occhi orgogliosi.
“E tuo padre che dice?”, le ho chiesto. “Lui segue quello che dice mia
madre!” E siamo scoppiati a ridere.
Mi sembra una storia interessante da condividere con voi.
Al di là delle fotografie. Anche se le immagini raccontano molto; basta
vedere quanto è diversa e più a suo agio in abiti occidentali che non in sari.
Oltretutto il blazer nero è stato dipinto da lei con motivi tradizionali, che
solitamente vengono dipinti ritualmente per la strada davanti la porta di casa,
e può essere considerato la sua prima creazione.
Quello che emerge in filigrana è una storia di sogni; ed io amo i
sognatori come me.
Io auguro a Krishna che possa realizzare il suo futuro e scrivere di
sua mano le pagine della vita, oltre le caste e i matrimoni combinati.
E quello che mi fa più tenerezza è sapere che, nascosto sotto
un'apparenza di costrizione e severità, questo è lo stesso desiderio intimo
della madre.
Buona fortuna Krishna.
Carnatic beautiful music:
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