Malesia |
(Proverbio cinese)
Ho già scritto in un precedente articolo il rapporto profondo che mi lega a mia madre, dai tempi della nascita e le disavventure di salute che ho avuto durante l'adolescenza.
Da quando ho iniziato a fotografare uno dei
temi che è sempre stato nel mio lavoro è il rapporto tra madre e figlio.
Ho ripetuto più volte come, per me, non ci
sia amore più grande e magico, ed è uno dei sentimenti che un uomo non potrà
mai comprendere, perché è la madre a portarlo in grembo e a soffrire per la sua nascita, come volle Dio nella
tradizione biblica a punizione per la disubbidienza di Eva nel giardino
dell'Eden. Ma io credo che, in fondo, sia proprio quella sofferenza nel parto
che leghi per sempre le due entità, rendendole uniche per tutta l'esistenza.
Del resto, ogni cosa più amata e voluta con
forza comporta sempre sofferenza e sacrificio.
Malesia |
Indonesia |
Ma come si può mostrare quel legame potente e magico che è inevitabilmente invisibile?
La fotografia lavora con la realtà e il visibile, ma ha anche lo strano potere di rendere intellegibile ciò che l'occhio non vede, perché una volta scritto in immagine chi guarda ha la possibilità di vedere anche ciò che non è presente, ma c'è.
“Chi vuole afferrare l'invisibile, deve
penetrare fin nelle viscere del visibile,” scriveva il
pittore Max Beckmann.
Bolivia |
Romania |
Sono centinaia le poesie, immagini, i
racconti su questo amore infinito, ed è impossibile scegliere per me una foto a
simbolo, ma se dovessi sceglierne una andrei ad istinto a questa tenerissima
foto di Elliott Erwitt del 1953.
“New York”, 1953. Elliott Erwitt |
E di certo le mie fotografie non aggiungono
niente di nuovo, ma sono la mia ricerca personale, come un viaggio a ritroso
nel tempo perduto (direbbe Proust), verso la fonte; quasi a voler diradare le
tenebre con la luce più abbagliante che ci sia.
Quanto ho fatto soffrire e piangere mia
madre. Quando mi chiedono dei miei capelli bianchi così precoci, io rispondo
che gli ho ereditati da mia madre, che per il dolore nel vedermi soffrire in
ospedale ha avuto tutti i capelli bianchi a trenta anni.
Nella famosa esibizione fotografica del
1955 “The Family of Man” la sezione dedicata al rapporto tra genitori e figli
riporta una frase di Euripide:
“E la bellezza non dovrebbe essere amata
per sempre?”
Frase magnifica, e penso che essa sia una
dei cardini di tutta la mia vita: l'amore per la bellezza in ogni sua forma,
che ha nella madre la sua vetta più alta.
Ancora ricordo quando studiavo i fondamenti
dell'Islam, molti anni fa, e lessi uno degli hadith di Abu Hurairah più
belli in assoluto:
“Il paradiso riposa sotto i piedi della madre.”
Bangladesh |
Io so già che nelle leggere queste righe e
vedere le fotografie farà piangere molte di voi, che hanno perso la propria
madre.
Non è mia intenzione aprire ferite.
Le nostre madri ci sono sempre, nel sangue,
nella pelle, in ogni cellula del corpo e respiro, in ogni lacrima e sorriso.
Noi siamo i custodi della loro vita, come loro lo furono per la nostra, per nove lunghi mesi.
Per questo motivo mi piace concludere con un dolce proverbio africano:
“E' meglio sentire una vecchia tossire,
che avere una capanna vuota.”
Thailandia |
Bangladesh |
Rohingya |
Indonesia |
India |
Bangladesh |
Itali. “Mia madre” |
“The
Family of Man” - Created by Edward Steichen for The Museum of Modern Art (MOMA,
2015)
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