Desa Batu Jaya. Karawang, 26 Dicembre 2010 |
Questo è veramente un salto nel passato, a ben dieci anni fa, il mio primo visita in Indonesia, nel 2010.
Arrivato a Giacarta, io spesi due giorni e
una notte in questo villaggio a Karawang, nome che in lingua sundanese assume
diversi significati: può significare sia “pieno di buchi”, poiché nel passato
questa zona era piena di voragini. Cornelius de Houtman, olandese, fu il primo
a calcare questa zona a Giava nel 1596 e scrivere su di essa. Ma, andando alle
origini della lingua sundanese, il nome trae la sua origine da “kara-kera,
scimmia” e “rawang-raw, palude”, perché all'epoca era una terra abitata da
molte scimmie, non a caso sono molti i nomi nella stessa area con lo stesso
termine: Rawa Gabus, Rawa Monyet, Rawa Merta.
Poi con il tempo il suo significato associò
il termine scimmia al denaro, così divento la “città che guadagna denaro”.
Desa Batu Jaya. 25 Dicembre 25, 2010 |
Io ho in questo kampung tutte le mie prime sensazioni legate all'Indonesia, prima che diventassero poi in futuro il mio primo libro “Kampungku Indonesia”, perché nonostante io visitai le Filippine nel 2006, fu qui che vissi le emozioni più forti di una terra che mi è entrata nel sangue. E ad essa sono legati tanti ricordi buffi e intensi, come la prima volta che vidi l'alba sui campi di riso, con quel blu intenso che non ha eguali.
Desa Batu Jaya. 26 Dicembre 2010 |
Qui e a Majalengka, che visitai nello stesso
periodo, sentii per la prima volta i bambini chiamarmi “bulè”, che significa uomo
bianco straniero, termine che h sempre odiato e imposto di non pronunciare
mai. Ma allora lo ero totalmente con tutte le goffaggini di chi arriva per la
prima volta in un villaggio indonesiano.
Non dimenticherò mai quando, al mattino
presto, da solo con la mia macchina fotografica ed eccitato per la nuova
esperienza, vidi un uomo camminare ed entrare dentro una casetta in bamboo
piccolina sul bordo di un torrente che scorreva a fianco alla strada. “Wah! La
pesca al mattino!”, pensai, andando subito pronto a fotografarlo, e
affacciandomi dentro vidi gli occhi sgranati dell'uomo intento a sbrigare i
suoi bisogni corporali della mattina; allora capii che quello era il bagno. Che
vergogna!
Così come dopo un poco vidi alcune donne
andare verso i campi di grano, e dopo averle fotografate e parlato (poco,
all'epoca non sapevo bene l'indonesiano) con loro chiesi dove stavano andando:
al lavoro, nei campi, a piantare il riso. “Vengo con voi!”, risposi, dicendo di
andare avanti intanto che io andavo e prendere la macchina fotografica. Così,
le raggiunsi e iniziai a camminare con i sandali sui bordi terrosi del campo di
riso, mentre vedevo le donne che da lontano mi facevano segni con le braccia,
io sorridevo pensando loro mi stavano indicando la loro posizione. Macché, loro
mi stavano semplicemente avvisando di stare attento a camminare, ma questo io
l'ho capito quando i miei piedi affondarono nella terra catramosa e fangosa dei
corridoi tra le coltivazioni, quasi fossero sabbie mobili, e là ci lasciai uno
dei miei sandali, perso per sempre nel fondo della terra densa e spugnosa. Le
donne stavano ridendo come pazze, e io tornai a casa rosso di vergogna e
arrabbiato con la mia stupidità di “uomo bianco”.
Desa Batu Jaya. 26 Dicembre 2010 |
Messo da parte l'orgoglio ferito io ho
trascorso dei momenti splendidi correndo con i bambini che si erano abituati a
me, osservando la routine della gente del luogo, tra lavaggi dei panni mattutini,
e la pesca.
Come ho scritto precedentemente, nei
villaggi tutto scorre in un tempo diverso, più lento, ma i volti sempre
sorridenti fanno pensare che ci sono molti modi di vivere le nostre vite, e
prima di considerarci migliori degli altri dovremmo provare la semplicità degli
altri, intesa come virtù.
Io non ho voluto mettere troppo le mani a
questa vecchie foto, anche se spesso le osservo e penso che oggi le avrei
scattate in modo diverso, con angolazioni diverse, ma questo discorso non ha
senso.
Oggi non camminerei mai sui sentieri
fangosi dei campi di riso con i sandali; si vive per imparare dal passato, ma
questo non si può modificare, perciò non ha senso modificare queste foto
semplici di dieci anni fa.
Alla fine sono sempre io.
Desa Batu Jaya. 25-26 Dicembre 2010 |
Sulla città (da Wikipedia):
Karawang Regency è una reggenza (kabupaten) di West Java, Indonesia. La città di Karawang è la sua capitale. La reggenza ha una superficie di 1.652,2 km2 e una popolazione censita di 2.127.791 persone nel 2010; l'ultima stima ufficiale (per il 2015) è 2.273.579 per una densità di 1.376 persone per km2. La reggenza confina con le reggenze di Bekasi e Bogor a ovest, il Mar di Giava a nord, la Reggenza di Subang a est, la Reggenza di Purwakarta a sud-est e la Reggenza di Cianjur a sud. La reggenza si trova nella periferia orientale del Metropolitan Jakarta, appena fuori dalla regione di Jabodetabek, ed è il sito di attività industriale (come le fabbriche).
L'area continua a crescere, il che ha segnato la creazione di nuove fabbriche da parte di società nazionali e multinazionali in aree industriali. Tuttavia, a causa della continua espansione di Jakarta (principalmente dall'espansione verso est della strada a pedaggio Jakarta-Cikampek e la strada a pedaggio Cikampek-Palimanan), ha visto anche un forte afflusso di edifici residenziali e un'ondata di persone.
Gran parte della reggenza di Karawang è costituita da un'ampia pianura costiera; si trova sulla costa settentrionale ed è il risultato della deposizione di rocce sedimentarie formate da materiali sciolti, in particolare sedimenti marini e alluvioni vulcanici. Mentre nel mezzo della reggenza si trovano colline prevalentemente formate da rocce sedimentarie, a sud vi è una montagna (Sanggabuana) con un'altezza di circa 1.291 metri sul livello del mare. La reggenza è approssimativamente equidistante da Giacarta e Bandung, e le due aree metropolitane hanno una popolazione domestica combinata di oltre 40 milioni di persone.
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