Diwali. Sarbojonin Hindu Puja Mondir. Tor Pignattara. Rome, 24 October 2022 |
La lotta tra il Bene e il Male, tra la Luce e l'Oscurità è un motivo
costante di ogni religione e si perde nella notte dei tempi. Ogni cultura ha
elaborato il suo mito e resiste nei secoli mutando leggermente forma a seconda
della latitudine e del popolo in cui si incarna.
Nonostante nel sud-continente asiatico la radice è comune a molti
paesi, pur assumendo sembianze differenti nel Buddhismo e nell'Induismo, è
interessante notare come alcune piccole sfumature non siano così distanti dalla
nostra tradizione greco-latina.
Di certo, il festival di Diwali rimane uno dei più affascinanti della
tradizione induista.
Io lo seguo da molti anni nella comunità bangladese di Roma, ma ne ho
fatto esperienza anche in Malesia, dove la presenza di induisti Tamil era molto
forte, soprattutto nella mia città Penang.
Non fosse altro per il fatto di essere la traduzione epica del cuore
dell'atto fotografico: ovvero la lotta tra la luce (foto) e l'oscurità che è
l'assenza delle immagini e della realtà. Ogni fotografia è un atto di scrittura
luminosa sulla superficie oscura dell'oblio.
Consapevolezza che ho trovato perfettamente descritta dal poeta e
studioso David Levi Strauss nel libro “Perché crediamo alle immagini
fotografiche” (Johan & Levi editore, 2021) in cui scrive che vedere,
credere e amare sono tre atti che germogliano dalla stessa radice: poiché noi
crediamo a ciò che vediamo e ricordiamo e la parola credere ha la stessa radice
di amare.
Ma questo è un altro discorso che magari riprenderò in futuro.
Dicevo di come inizialmente il mito della lotta tra Bene e Male, in
quell'area del mondo con epicentro l'India, ha assunto le sembianze delle luci
concrete delle candele come metafora della vittoria sull'oscurità.
Va ricordato che, nonostante si tende a credere che Induismo e Buddismo
siano due religioni o sistemi filosofici differenti, inizialmente erano
un'unica cosa, e il Buddhismo è una diretta filiazione dell'Induismo, infatti
Buddha è considerato il 37° avatar di Vishnu, dopo Krishna.
Ne è testimonianza il Loy Krathong, il festival delle lanterne
galleggianti che si celebra in Thailandia a novembre, non lontano dal Diwali e dal
Tihar nepalese, che di solito cade a fine ottobre.
Questo anno ho avuto la fortuna e il piacere di conoscere la comunità
nepalese di Roma proprio durante la celebrazione del Durga Puja, di cui ho già
scritto nel precedente articolo; perciò mi sono immerso nella doppia
celebrazione del Diwali.
Ecco le parole e le immagini.
In ordine di tempo è stato celebrato prima il Tihar nepalese, il quale
dura cinque giorni.
Il Tihar è il secondo festival più importante in Nepal dopo Dashain, ed
è appunto la celebrazione della vittoria del bene sul male.
Tihar è celebrato nella notte di luna nuova nell'8° mese del calendario
indù (il mese di Kartik), che è considerata la notte più buia dell'anno, e la
data cambia ogni anno perché si basa su
un calendario lunare, ma normalmente cade da metà a fine ottobre o novembre.
Anche in questo festival vengono accese delle piccole candele e
lanterne di argilla (diyas) ad illuminare le case e l'intera città.
A differenza della festa indiana, in quella nepalese è molto importante
il ringraziamento verso gli animali per il raccolto. Viene adorato anche Yama,
il dio della morte, la dea Lakshmi che porta ricchezza e prosperità nella vita
e la montagna di Govardhan, grazie alla quale le persone vengono salvate dalle
inondazioni, secondo un'antica leggenda in cui la casa di Gokul di Lord Krishna
stava per essere inondata e, per proteggere il suo popolo, Krishna elevò il
monte Govardhan al di sopra delle acque alluvionali, salvando le persone e gli
animali di Gokul.
Ogni giorno di Tihar viene celebrato attraverso diversi rituali e
tradizioni. I primi tre giorni (dal 23 al 27 ottobre 2022) si concentrano
sull'adorazione degli animali e sulle preghiere al Signore Yama e alla dea
Lakshmi: nella cultura nepalese, si crede che la gratitudine e l'adorazione
mostrata agli animali e agli dei porteranno successo e fortuna nella vita delle
persone.
Tihar. Lungotevere Testaccio. Rome, 23 October 2022 |
Il primo giorno, Kaag Tihar (23 ottobre 2022) è incentrato
sull'adorazione del corvo, che si dice appunto “kaag” in nepalese. Come ho
scritto all'inizio, è interessante notare come anche nel lontano Nepal il corvo
è considerato un messaggero della morte e pertanto va venerato e nutrito. Gli
antichi latini usavano il termine “cras” per dire domani, proprio a causa del
verso del corvo che era un continuo memento mori, con il suo suono stridulo e agghiacciante a ricordare agli
uomini la morte che sarebbe potuta sopraggiungere l'indomani.
Nel primo giorno la comunità nepalese si è raccolta insieme per la
puja, l'accensione delle piccole candele, e poi si sono lasciati andare al
divertimento, tra tanto cibo e il langur burja, il gioco dei dadi
tradizionale.
Tihar. Lungotevere Testaccio. Rome, 23 October 2022 |
Il secondo giorno è chiamato Kukur Tihar, il giorno in cui i cani sono
venerati per la loro lealtà. Le persone indossano ghirlande di calendula
intorno al collo e si applicano segni rossi sulla fronte (tika) e si
inizia a decorare le case con luci a filo (choti diwali) e disegni chiamati rangoli.
Rangoli deriva dalla parola sanscrita rangavalli, dal sanscrito
"रङ्ग" che
significa colore e avalli che significa colori rampicanti o fila di
colori. L'arte del Rangoli è molto usata durante il festival Diwali come segno
di benvenuto per le persone che vengono ospiti in casa.
Ho avuto l'onore di essere invitato dal mio amico Dev Gurung a casa sua
per assistere alla puja e alla decorazione delle luci da parte di sua moglie
Pramila Pradhan che ringrazio di cuore.
At Dev Gurung's house. Tor Pignattara. Rome, 24 October 2022 |
Il terzo giorno è il Gai Tihar dedicato al culto delle mucche e a
Lakshmi.
Nel quarto giorno, Goru Tihar, ci sono tre diverse tradizioni di culto
e quella che viene scelta dipende dal background culturale della persona:
L'adorazione del bue, della montagna o di sé stessi.
L'ultimo giorno è il Bhai Tika e si celebra il legame tra fratelli e
sorelle, attraverso l'esecuzione di rituali e scambio di dolci.
Durante il secondo giorno si è celebrato anche il Diwali nel tempio
induista Sarbojonin Hindu Puja Mondir di Tor Pignattara da parte della comunità
bangladese e indiana, a cui hanno partecipato anche alcune famiglie nepalesi.
Anche il Diwali, nella sua origine, era strutturato in cinque giorni di
venerazione della dea Lakshmi. Nel tempio è stato celebrato anche il culto
della dea Kali, la divinità della Rabbia, della Distruzione e della Guerra.
Il momento principale e liberatorio è stato quello delle piccole
candele offerte alla divinità come auspicio di vittoria sul Male.
Diwali. Sarbojonin Hindu Puja Mondir. Tor Pignattara. Rome, 24 October 2022 |
Un lungo viaggio tra le differenti sembianze della Fede, nella perpetua
lotta umana e divina della Luce sull'Oscurità.
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