Tra Ieri e Oggi – Malesia in immagini (Parte Prima)


“A Malay Village”. Drawn and engraved by T. & W. Daniell, 1810
“Villaggio malese”, Disegno di T. & W. Daniell, 1810

Rimango in questo stato d'animo rivolto al passato.

Dopo le Filippine e la Thailandia, voglio tornare in Malesia.

Anche su questo paese ho, e non poteva essere altrimenti, un bellissimo volume di 340 pagine che racconta l'evoluzione della Malesia attraverso la sua storia pittorica dal 1400 al 2004, come è citato nel titolo.

Un lavoro imponente realizzato da Wendy Khadijah Moore e pubblicato dalle Edizioni Didier Millet nel 2004, a Kuala Lumpur.

Ma questa volta, oltre a raccontare le storie dietro alcune fotografie voglio tornare a godere del gioco che feci in passato con l'Indonesia, ovvero quello di confrontare le foto dell'epoca con quelle scattate da me durante la mia permanenza in Malesia.

Affinché le vecchie immagini diano spessore storico alle mie fotografie del presente e queste ultime diano colore e vita alle prima.

Mentre, per chi vive in quei luoghi, sarà una profonda esperienza affettiva: potrà conoscere come erano quei luoghi un secolo prima, colmando la lacuna temporale con amore e orgoglio per ciò che ormai era diventato una consuetudine visiva.

Perciò, a differenza dei primi due articoli, lascerò che siano più le emozioni e le immagini a parlare, ovviamente scegliendo solamente quei luoghi che ho ritrovato nell'archivio di questo libro.

 


È d'obbligo iniziare da Penang, perché è lo stato di cui ho più fotografie, avendo vissuto là per quasi due anni.

Ma ha anche un risvolto storico interessante.

Torniamo al nostro caro libro “Photography in Southeast Asia – A Survey” di Zhuang Wubin.

Giusto per mettere-in-cornice la storia fotografica della Malesia.



Innanzitutto, anche per la Malesia, è stato fondamentale il movimento Pittorialista dei primi del Novecento, che viveva la fotografia come una forma di arte e non solo una mera riproduzione della realtà.

In molto paesi asiatici i primi esperimenti fotografici furono ispirati a questa attitudine portata in luogo dai viaggiatori europei che si recavano in terre lontane in cerca di ispirazione – non mi stancherò mai di ricordare la grande importanza che ha avuto il lavoro del nostro Felice Beato.

Comunque, in Malesia, la Perak Amateur Photographic Society fu la prima che fu avviata nel 1897, grazie al suo fondatore Leonard Wray che fu membro della Royal Photographic Society (RPS).

L'arrivo di questo movimento in Malesia, durante l'era coloniale, vide alcuni fotografi immigrati cinesi specializzarsi subito in questa tecnica, non dissimile dalla loro abilità con la calligrafia a inchiostro – furono tra i primi a produrre immagini di panorami e vita rurale malesi.

Ma fu, storicamente, Tuanku Ismail Nasiruddin Shah (1907-79), nato in Kuala Terengganu, Sultano di Terengganu fino alla sua morte, a essere considerato il primo grande fotografo della Malesia, membro d'norme della RPS. Egli fu anche colui tra i primi a distanziarsi dal pittorialismo tanto di moda per ternare una prima fotografia sociale, raffigurando il mondo “come lui lo vedeva”.

Ma nella storia della fotografia in Malesia il nome più celebre è quello di Ismail Hashim, nato nel 1940 a Penang dove morì nel 2013.

Però ci siamo spinti già troppo oltre.

Torniamo al nostro libro che inizia ricordando come il passato sia un paese straniero. Lasciamoci perciò condurre indietro nel tempo da queste immagini.

Il libro comincia con il periodo dei sultanati precedenti all'arrivo della fotografia; anche se si dovrà appunto aspettare l'arrivo degli stranieri per avere delle rappresentazioni fedeli della realtà perché, appena convertita all'Islam, la Malesia proibiva nell'arte la raffigurazione realistica.

Si narra che il primo disegno di una spiaggia con le sue palme, in Malacca, fu fatta da un marinaio europeo.

Malacca e Penang furono i primi luoghi in cui l'arte arrivò per prima, grazie al loro ruolo strategico di porti e traffici internazionali.



E da Penang noi partiamo, anche se ne ho già scritto molto in precedenza.

Da quella che è considerata una dei simboli del cuore della città, avvera la Moschea Kapitan Keling, costruita nel 1801 dal primo insediamento di indiani musulmani in Penang.

In questa foto del 1920 appare nella sua semplicità, con ancora la sola entrata e il minareto, mentre per il muro di cinta si dovranno attendere le successive immagini degli anni Trenta.

Masjid Kapitan Keling, 1920
Masjid Kapitan Keling, 1920


Questa celebre moschea, che vediamo come è oggi in una mia fotografia, non è solo parte del Patrimonio UNESCO, come tutta l'area di George Town, ma fu anche uno dei simboli dell'islamizzazione in Malesia.

Ormai disaffezionati agli “stranieri” colonizzatori, il popolo malese cercò la sua identità nell'Islam, richiamando a sé tutti gli studiosi che erano partiti a frequentare le scuole coraniche nei paesi arabi.

Unendo le loro forze, malesi, indiani e arabi, costruirono le prime grandi moschee, specialmente a Penang, Teeangganu, Kelantan, con cui rimarcavano la loro estraneità ai colonizzatori stranieri.

Questa moschea ne è uno dei simboli più famosi.

Masjid Kapitan Keling, 2017
Masjid Kapitan Keling, 2017


Altro luogo che tutti conoscono in Penang è Penang Hill, il punto più alto da cui si può ammirare l'intera città.

Questo luogo – che vediamo qui in un'immagine del 1920 – ha la sua origine nel fermento turistico che ha caratterizzato questa città dalle sue origini. Fino alla Seconda Guerra Mondiale, Penang fu la seconda area urbana nell'intera Penisola Malese, grazie alla sua attività portuale. Perciò, dato il gran numero di mercanti da tutto il mondo, fu intensificata la sua rete di trasporti come in nessun’altra città dell'epoca.

Nonostante la crisi economica che colpì l'intero paese negli anni Venti, Penang non ha mai interrotto la sua crescita, come è testimoniato proprio dal completamento della rete funicolare di Penang Hill nel 1920, anche se la stazione fu ad uso esclusivo dell'élite europea.

The Bottom Station, Penang Hill Railway, 1920
La stazione, Penang Hill Railway, 1920 


Oggi è uno dei luoghi più visitati, con i suoi giardini e la vista mozzafiato come nelle prima ore del mattino con la nebbia che si apre sulla città.

Con i suoi 830 metri di altezza, Penang Hill è anche conosciuta come Bukit Bandera.

Penang Hill, panorama from above, 2019
Penang Hill, panorama dall'alto, 2019 
 

Altro luogo splendido è il Tempio Buddista Kek Lo Si.

Penang ospita una delle più numerose comunità cinesi, e da secoli, ovunque vadano, essi portano con sé secoli e secoli di intrecci tra misticismo Taoista, Confucio e Buddha, erigendo templi e celebrando le loro festività, tra le quali sono celebri Chingay in Penang e Wang Kang Festival in Malacca.

Il più grande tempio rimane questo di Kek Lo Si, costruito dal 1893 fino al 1905, anche se la sua Pagoda fu ultimata nel 1930, arroccato nelle colline di Ayer Hitam.

Qui lo vediamo appena terminato, nel 1906.

The Kek Lo Si Buddhist complex at Ayer Hitam, 1906
Il tempio Buddista Kek Lo Si ad Ayer Hitam, 1906 


E come si offre, oggi, la vista dall'apice della sua altezza.

Negli ultimi giorni del Capodanno Cinese il tempio è interamente illuminato di notte, e rimane uno degli spettacoli più affascinanti da vedere.

Kek Lo Si, 2017
Kek Lo Si, 2017
 

La ricca vegetazione di Penang è stata da sempre una delle cose che più impressionò i viaggiatori europei.

Spiagge, cascate e foreste erano un'attrazione che lasciava stupefatti.

Le prime fotografie risalgono al 1860, e solitamente si chiedeva alla gente del luogo di posare immobile, per evitare l'effetto mosso delle lunghe esposizioni e per dare il senso della proporzione, risaltando la maestosità di rocce e cascate.

La più famosa è quella del Waterfall Garden, conosciuta oggi come Penang Botanical Garden. È scritto che all'epoca, il bagno ai piedi della cascata era diviso in tre classi, ognuna con prezzi differenti.

A cascading stream near the Waterfall Garden (now Penang Botanic Gardens), c. 1867
Un ruscello a cascata vicino al Waterfall Garden (ora Penang Botanic Gardens), c. 1867 

Anche oggi le famiglie di Penang spettano il fine settimana per trascorrere intere giornate immersi nella natura e bagnandosi nelle acque della cascata.

Families at the falls in Penang, 2019
Famiglie presso le cascate in Penang, 2019 
 

Le spiagge di Penang sono in maggior parte costituite di poca sabbia e molta pietra, a volte dal colore rosso acceso.

Anche in questo caso, vengono messi in posa degli abitanti del luogo per rimarcare la grandezza delle pietre.

Questa immagine è molto probabilmente stata scattata nella spiaggia di Batu Ferringhi, nel 1867.

Penang Beach, probably present-day Batu Ferringhi, c. 1867
Penang Beach, probabilmente l'attuale Batu Ferringhi, c. 1867 


Ecco come si presenta la spiaggia oggi.

Batu Ferringhi Beach, 2019
Batu Ferringhi Beach, 2019

E come non sia insolito trovare queste grandi pietre rosse sulle rive delle spiagge in Malesia, come nella bellissima Pulau Sayak in Kedah.

Pantai Pulau Sayak. Kedah, 20 October 2019
Pantai Pulau Sayak. Kedah, 20 October 2019

 
Già che siamo a Kedah, vi mostro uno dei suoi luoghi simbolici: la porta al Vecchio Forte, in un'immagine del 1912.

Kedah, insieme a Perlis, fu uno degli Stati Non Federali della Malesia (UMS), perciò non furono molto fotografati rispetto agli altri stati più visitati dagli stranieri.

Per quasi tutto il 1900 Kedah e Perlis furono minacciati dai vicini Thailandesi, ragione per cui il Sultano di Kedah rinunciò a Penang, consegnandola agli Inglesi in cambio di protezione dall'esercito Siam.

Nonostante ciò, quando l'esercito thailandese invase Kedah, nel 1821, gli Inglesi non intervennero, fino al 1842 quando riportarono Kedah e Perlis sotto l'egemonia inglese, anche se i due stati furono costretti a pagare annualmente tributo alla Thailandia.

Solamente nel 1909 la Thailandia ha accettato il trattato Anglo-Siam proprio a Kedah, cedendo i due territori. 

Gateway of the Old Fort, Kuala Muda, Kedah, 1912-13
Porta del Vecchio Forte, Kuala Muda, Kedah, 1912-13 


Così è come si presenta oggi nel 2019.

Kuala Muda, Kedah, 2019
Kuala Muda, Kedah, 2019

 

Concludiamo questa prima parte del nostro viaggio a spasso nel tempo, con Perak.

I like Kwala Kangsa better than any place that I have been at in Asia, and am proportionately sorrier to leave it,” scrisse Isabella Bird della capitale reale di Perak, nel 1879.

Kuala Kangsar riposa sulle rive del fiume Perak da cui è possibile ammirare le lontane montagne.

Là sorge la residenza reale del Sultano Idris che regnò dalla fine del 1880 fino alla sua morte nel 1916.

La Residenza Reale – Istana – fu costruita nel 1892, al costo di $ 55.000 con un fondo della Federated Malay States. L'intero arredamento arrivò dall'Europa.

In questa bella fotografia del 1906 si può scorgere dalle rive del fiume.

The Residency overlooking the Perak River, Kuala Kangsar, c. 1906
The Residency overlooking the Perak River, Kuala Kangsar, c. 1906


Mentre oggi è sotto il restauro, ma mantiene sempre tutto il suo fascino.

Royal Palace (Istana), 2017
Palazzo Reale (Istana), 2017

Kuala Kangsar non è famosa solamente per il palazzo reale ma anche per la sua Moschea Ubudiah, costruita dal Sultano Idris nel 1913-17 con i fondi dell'amministrazione inglese.

La sua costruzione fu ritardata quando gli elefanti reali fuggirono distruggendo i marmi e le suppellettili fatte arrivare dall'Italia con molta lentezza a causa della Prima Guerra Mondiale.

Sfortunatamente il Sultano morì prima del completamento dei lavori.

Qui vediamo la Moschea nel 1914 e come si presenta oggi, senza grandi differenze.

Ubudiah Mosque, 1914
Moschea Ubudiah, 1914

 
Ubudiah Mosque, 2017
Moschea Ubudiah, 2017


Qui si conclude la prima parte del nostro viaggio tra spazio e tempo.

Proseguirò nella prossima parte in altri stati e immagini.


Wendy Khadijah Moore: “Malaysia – A Pictorial History 1400-2004” (EDM, 2013)
Zhuang Wubin: “Photography in Southeast Asia – A Survey” (Nus Press Singapore, 2016)

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