Speculare: una vecchia poesia


Penang. Malaysia, October 2019


“SPECULARE”


Ho voltato il capo verso il sole
del tuo seno che tramontava
salutando l'ultimo gabbiano
nascostosi tra le nubi della pelle.
Spezzerò il silenzio indicando il sole
ed anche se tu non lo vorrai
io ti amerò.


Io ti amerò
ed anche se tu non lo vorrai
spezzerò il silenzio indicando il sole
nascostosi tra le nubi della pelle.
Salutando l'ultimo gabbiano
del tuo seno che tramontava
ho voltato il capo verso il sole.

28 novembre 1992



Si pensa che le poesie d'amore possano essere scritte solamente pensando a qualcuno in particolare, sull'onda di un amore che si prova al momento.

Io credo questa sia una grande errore.

Esiste una lunga tradizione di pensiero poetico, che va dal sufismo fino ad alcuni dei versi più splendidi di Tagore, in cui si celebre e si riconosce l'amore come un oceano che non conosce forme o direzioni, se non il suo essere acqua stessa.

Questa è una poesia del 1992, ed oltre ad essere un virtuosismo linguistico – cosa che non so sarei in grado ancora di fare – è un sentimento che a distanza di molti anni condivido ancora.

In quel tempo era certamente una poesia dedicata ad una ragazza in particolare, anche se non ricordo chi fosse, ma con gli anni, invecchiando anche, ho compreso che dare argini a quella massa di acqua è contronatura.

Come scriveva Gibran: “L'amore che non sgorga incessante, è sempre un amore che sta per morire.”

Scrivere versi d'amore dovrebbere essere un esercizio quotidiano, anche nei momenti di solitudine, perché alla fine il cuore è un muscolo, non deve esserci per forza una ragione o una sola persona per battere, altrimenti si atrofizza come una foglia secca.

Amate come un mare in burrasca, come uno tsunami che tutto e tutti travolge, amate, anche se loro non lo vorranno...


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