Dhaka, Febbraio 2020 |
Sto rileggendo i racconti brevi di Marco Lodoli, scrittore che amo molto, e mi sono segnato questa frase.
“E ho pensato anche che il mare può entrare in un secchiello, se il secchiello è sfondato, e che un giorno può contenere tutta la vita, se è un giorno rotto dall'amore.” (Marco Lodoli, da “I professori ed altri professori”, Einaudi)
Penso che siano per me le parole più azzeccate per chiudere questo anno. Perché usa termini grevi come “rotto” e “sfondato” per descrivere azioni meravigliose come contenere il mare e la vita intera. Forse il tempo che passa, il compleanno che si avvicina con i suoi cinquantuno anni, la sensazione che il corpo non regge più come prima, ma soprattutto la memoria e la mente non sono lucide come in passato, mi fanno apprezzare quelle parole pesanti.
Ormai sto iniziando a pensare che ricordare coincide anche con dimenticare.
Invecchiare è l'arte di dimenticare.
Come se lo spazio fosse ormai ridotto e colmo e per inserire nuove cose, nuove parole, nuovi nomi, si dovesse per forza cancellare qualcosa di vecchio.
Tanti libri letti, nomi di fotografi amati, titoli di canzoni, diventassero giorno dopo giorno un campo innevato, dove la spessa coltre bianca nasconde tutto ciò quello che c'è sotto. E noi conosciamo bene cosa c'è sotto ma senza poterlo vedere non ne siamo più sicuri, tentenniamo, finché lasciamo stare sotto la neve per sempre.
Non fatico pertanto ad empatizzare con l'essere rotto e sfondato, ma in questa condizione è anche vero che non è follia immaginare di potere contenere l'amore intero così come il mare.
Proprio perché l'anima rotta, il cuore bucato, non si riempie mai e sempre ne chiede, divorando la vita e l'amore.
Buona fine di anno a tutte e tutti, augurandovi un nuovo anno rotto dall'amore....
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