“Ho l'arpa che guida la mia canzone
il languido incanto del suono del mare,
le note intime che fanno emergere lo strappo,
quelli che per un po' ti fanno sentire triste e poi rallegrati.”
“Tipos Indios”. (Tipi Indio-Visaya). Felix Laureano |
Ci sono dei libri che hanno un valore
unico. Non solo per il loro contenuto, ma anche per quello che rappresentano;
ed io credo che se si posseggono questi libri debbano essere condivisi e
raccontati.
È il caso del libro fotografico “Recuerdos de Filipinas” di Felix Laureano. Un libro ormai introvabile, fuori catalogo ma che sta per andare alla terza ristampa.
Io ho l'immenso onore di avere avuto questo libro da chi ne ha curato l'edizione, come regalo personale, ultima copia in suo possesso: la mia cara amica Felice Noelle Rodriguez. Noi ci siamo conosciuti molti anni fa a Roma, dove lei lavorava con l'Asia Pacific Group of the UN Women's Group.
Appassionati di cultura filippina –
lei è stata professoressa associata di storia delle Filippine, per anni,
all'Università Ateneo di Manila – Noelle è stata mia ospite, per alcuni anni,
durante i miei corsi di Fotografia come Mediazione Culturale, proprio per
raccontare la storia e la cultura delle Filippine.
Proprio durante quelle sue lezioni
mostrava il libro, ed io ne ero estasiato.
Perciò, prima di lasciare per sempre
l'Italia, come grande segno della nostra amicizia mi donò l'ultima copia che le
era rimasta, oltre la sua.
Mi sento in continuo debito con lei per questo gesto. E, come insegna la legge del dono, ciò che ricevi va fatto circolare.
Stiamo parlando del primo libro
fotografico nella storia delle Filippine, datato 1895.
Di quanto sia stato importante Laureano
nella storia della fotografia in Filippine ne è scritto anche nel fondamentale
libro “Photography in Southeast Asia – A Survey” di Zhuang Wubin. In questo
magnifico libro, Wubin ricostruisce storicamente l'avvento della fotografia, e
i suoi sviluppi fino ai giorni nostri, in tutti i paesi dell'Asia.
Bene, a proposito delle Filippine, è
scritto che Felix Laureano è probabilmente da considerare il primo fotografo
delle Filippine.
Con una particolarità, ovvero quella
di essere lui stesso filippino, e quindi in grado di ritrarre la vita quotidiana
del suo popolo, con un intento diverso dai fotografi-antropologi del tempo.
Come è scritto da Felice Noelle:
Laureano
“ha fotografato le persone dove lavoravano, dove vivevano con la famiglia e gli
amici”, sperando di “raffigurare i suoi soggetti nel contesto della loro vita.
In questo senso, “differiva da quella tipologia di antropologi-fotografi che
utilizzavano la tecnologia della fotografia piuttosto che l'arte per affermare
l'inferiorità della razza autoctona”.
“Una Boda” (Matrimonio di villaggi). Felix Laureano |
Di Laureano non si sa molto, nello
stesso libro di Wubin si accenna alla sua data incerta di nascita nel 1860
circa a Patnongon, nella provincia di Antique, che ebbe uno studio fotografico
a Barcellona e visse a lungo a Iloilo, nella Visaya occidentale.
In realtà, maggiori informazioni si
trovano riguardo alla vita di Laureano nelle ricerche compiute dallo storico
canadese Francisco G. Villanueva.
Villanueva, originario di Iloilo, ha
iniziato le sue ricerche su Laureano nel 2010; dalla documentazione dello
storico, apprendiamo che Laureano nacque a Patnongon, Antique nel 1866, figlio
di una ricca donna d'affari e di un frate spagnolo. Lui e i suoi sei fratelli
sono cresciuti a Bugasong, dove il loro padre era il parroco.
Aveva 17 anni quando frequentò la
scuola presso l'Ateneo Municipale de Manila nel 1883. Vi rimase per due anni.
Non si sa molto dopo l'Ateneo, finché non aprì uno studio fotografico a Iloilo
nel 1886; sembra abbia lavorato come apprendista sotto uno dei maestri
fotografi di Manila.
Laureano aveva 21 anni quando
partecipò con 40 fotografie all'Exposicion General de Filipinas del 1887 a
Madrid dove ricevette una Menzione d'Onore.
Nel 1892, visitò di nuovo Iloilo, per
poi tornare a Barcellona nello stesso anno. Prima di allora, aveva partecipato
all'Esposizione Universale di Barcellona del 1888, dove le sue opere
ricevettero la Menzione d'Onore. Ha viaggiato in Europa, ha studiato gli ultimi
sviluppi della fotografia a Parigi e ha partecipato all'Esposizione Universale
del 1889 dove è stata inaugurata la Torre Eiffel.
Tornato a Barcellona, ha ricevuto la
citazione all'Exposicion National de Industrias Artisticas ed è stato segnalato
dal quotidiano La Vanguardia. Tra il dicembre 1892 e il 1901 Laureano vi aprì
tre studi fotografici.
Nel 1895 pubblicò a Barcellona
“Recuerdos de Filipinas”, un folio di 37 fotografie, ciascuna con un saggio di
accompagnamento. Questo è considerato il primo libro fotografico di un
filippino. Il libro e le altre sue fotografie furono esposti all'Exposicion
Regional de Filipinas, a Manila quell'anno.
Le sue opere iniziarono a essere
pubblicate nel 1896 e fino alla fine di quel secolo le sue fotografie apparvero
su La Ilustracion Artistica, La Ilustracion Espanola y Americana
e Panorama Nacional. Due delle sue foto a colori furono pubblicate in un
numero del 1899 di Album Salon, la prima rivista illustrata spagnola a colori.
I saggi descrittivi sui suoi otto
quadri del 23 novembre 1896 furono preceduti da una nota esplicativa, probabilmente
dell'editore, in cui si diceva che data l'attenzione della Spagna concentrata
sull'“arcipelago remoto”, era opportuno includere nel saggio “alcune immagini
che ritraggano scene e costumi tipici, convinti che i nostri abbonati saranno
lieti di vederle.” Queste non avevano crediti fotografici, ma l'editore ha
informato che “queste sono prese da fotografie fornite dal Sig. Felix
Laureano”. L'intera composizione occupa più di una pagina del settimanale.
“Bano de Mar” (Bagno nel mare). Felix Laureano |
Di questo libro mi ha colpito
l'introduzione scritta dalla mia amica Felice Noelle.
“Una
fotografia ci permette di guardare al passato, lasciando passare momenti
sbiaditi attraverso le impronte del fotografo.
Mentre ero
assorbita dalla ricerca fotografica per The World of 1986, il modo
modesto dell'Ateneo de Manila per celebrare il centenario della Rivoluzione, mi
sono imbattuta nei Recuerdos de Filipinas di Felix Laureano. Sfogliando
avidamente il suo album, di circa 32 x 24 cm di dimensione, sono stato attratta
dai volti pensosi, dai battelli fluviali, dalle chiese e da altre scene di
cento anni fa.
Le immagini mi
tenevano semplicemente nella loro morsa.”
Come se una finestra si fosse aperta
di botto rivelando scene di un secolo prima. Scrive Felice Noelle, e la capisco benissimo,
perché se è vero che ogni fotografia porta nel suo DNA sempre parte del passato
in cui fu scattata, le foto antiche oltre a portare quel tempo
passato-presente, recano con sé anche parte della storia. E se per me, che sono
italiano, hanno un grande fascino, posso ben immaginare il carico emotivo per
una filippina.
Quelle immagini narrano lo stesso
sangue e la carne del suo popolo.
E non come un antropologo giunto da
terre lontane a documentare la vita di popolazioni indigene, ma come chi
racconta della sua stessa gente e famiglia.
“Acopiando Lena” (Raccogliendo legna da ardere). Felix Laureano |
Come scrive ancora Felice Noelle:
“In questo
libro le immagini danno corpo alle parole. Reciprocamente, i testi di
accompagnamento fanno vibrare di movimento i fotogrammi in bianco e nero e
brillano di colore.”
È un peccato che questo libro non sia
trovabile ma, per fortuna, Felice Noelle mi ha detto che è prossima la terza
ristampa con annessa la biografia di Laureano.
La sua testimonianza è importante non
solo per il popolo filippino, ma anche per tutti coloro che amano l'Asia, e
sono interessati a conoscere come erano quei paesi un secolo prima.
Per scoprire, come ho scritto spesso,
che non c'è poi grande differenza da come erano le vite dei nostri nonni e
bisnonni.
Solamente un ultimo appunto.
Non resisto.
Nonostante abbia amato molto questo
libro e la passione di Laureano, mi ha fatto sorridere l'ultima foto-storia,
chiamata “La Mestiza”, che è il termine con cui viene chiamata la donna nata da
due diverse nazionalità – in genere, da madre filippina e padre europeo, o
comunque straniero.
Laddove in tutto il libro Laureano
non fa che celebrare il suo popolo, la sua terra in tutte le sue manifestazioni
sociali, culturali, gastronomiche, folkloristiche, quando deve concludere il
libro, celebrando la bellezza della donna filippina, lui scegli la donna
“mestiza”, di sangue non puro.
“La mestiza!
Evoca la somma di tutti gli incantesimi che l'Arcipelago può lanciare; è la
sintesi di tutta la bellezza contemplata e ammirata nelle Filippine. Mestiza!”
Scrive Laureano.
Ognuno tragga le sue conclusioni.
È impossibile prescindere dal fatto
che Laureano debba molto alla Spagna, dove ha lavorato e che gli ha dato onori
e titoli.
Ciò che traspare è che, senza
togliere nulla al suo profondo amore per le Filippine e il suo popolo, una
certa sudditanza verso i valori occidentali era già in atto in Laureano.
Proprio nel finale, proprio sulla bellezza.
Come a gettare le fondamenta, un
secolo prima, per un senso di inferiorità verso le proprie radici e sembianze
che porterà il cantante Heber Bartolome a dire, in una delle più famose canzoni
folk OPM (Original Pilipino Music) intitolata proprio “Noi siamo filippini”, “non
provare vergogna se il tuo naso è schiacciato.”
“La Mestiza”. Felix Laureano |
Felix Laureano: “Recuerdos de Filipinas” (Cacho Publishing House, 2001)
Zhuang Wubin: “Photography in Southeast Asia – A Survey” (Nus Press Singapore, 2016)
Information on Laureano's life is taken from: "Felix Laureano: First Filipino Photo-Journalist"
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