Basilica of Santa Maria Maggiore. Rome, 9 Novembre 2021 |
Durante la scorsa celebrazione del Durga Puja in Bangladesh, il 13
ottobre, ci sono stati dei forti scontri tra mussulmani e induisti, con
vittime.
Pare che il pretesto sia stata la provocazione di alcuni gruppi
estremisti islamici che hanno nascosto il Corano ai piedi
dell'idoloHunuman all'interno del Nanuar
Dighir Par Durga Mandir e ne hanno condiviso le foto su Facebook: questo
pilotato atto di blasfemia ha scatenato la rabbia di alcuni gruppi mussulmani
che hanno iniziato a attaccare i templi hindu nella città di Cumilla. Da quel
momento la violenza nei confronti degli induisti e dei loro templi si è diffusa
in altri luoghi.
Come riportano i media locali, sono stati vandalizzati più di 315
templi e i suoi idoli e saccheggiato tutte le cose di valore in più di 30
distretti del Bangladesh dal 13 al 16 ottobre.
“Hanno attaccato e vandalizzato quasi 1.500 case indù a Cumilla, Chandpur,
Noakhali, Chittagong, Cox's Bazar, Feni, Chapai Nawabgonj e in altri distretti.
Negozi e luoghi commerciali di proprietà indù sono stati vandalizzati e
saccheggiati a Cumilla, Chandpur, Noakhali, Chittagong, Feni e altri distretti
del Bangladesh”, ha riportato Dipan Mitra, segretario generale della World
Hindu Federation Bangladesh Chapter.
Secondo i media, mercoledì tre persone sono state uccise durante gli
scontri tra musulmani e la polizia nel sotto distretto di Hajiganj a Chandpur,
al confine con Cumilla, mentre la quarta è deceduta per le ferite riportate.
Ma le fonti induiste riportano di circa dieci persone uccise dai
mussulmani e molte donne violentate.
I leaders religiosi induisti hanno dichiarato che questa violenza è
stata una parte della trama per ostacolare la celebrazione del Durga Puja,
mentre per il segretario generale dell'Awami League, il ministro Obaidul Qader,
l'attacco dei fanatici ha in realtà un mero motivo politico.
Ricordiamo che gli induisti sono il 10% dei 169 milioni di popolazione,
a maggioranza mussulmana, del Bangladesh. Questo è solo uno degli ultimi
attacchi violenti subiti dalla popolazione di fede induista.
Questo ha scatenato la rabbia, ovviamente, anche della comunità
induista bangladese di Roma che si è data appuntamento il 9 novembre alle
spalle della Basilica di Santa Maria Maggiore, all'Esquilino, per un sit-in di
protesta.
Organizzato dall'Hindu Puja Udjapon Parisad, Rome-Italy, con il
supporto dell'Associazione mussulmana Dhuumcatu, il sit-in si è svolto in modo
pacifico, radunando una cinquantina di persone, con interventi in lingua
italiana e bangladese, denunciando le violenze subite e richiedendo una
protezione sia dal governo in Bangladesh quanto un interesse da parte dei media
e dalla società italiana.
Durante il sit-in sono intervenuti, in diretta attraverso le videochiamate, tre importanti leaders induisti per dare il loro supporto: Monindro Debonath, Bisnu Saha e Ranadas Gupta.
Comments
Post a Comment